di
Fabio Antonelli
Andrea
Celeste, toscana d’origine, ma ormai genovese d’adozione da sette anni, dopo
aver debuttato nel 2008 in ambito jazz con “My Reflection”, un album che ha
riscosso ampi consensi della critica, tanto da essere paragonata ad Anita
Baker, Diana Krall e Eva Cassidy, seguito da “Enter Eyes” (209) in duo con il
pianista Andrea Pozza e “Something Amazing” (2012), ha voluto omaggiare Genova
con il disco “Se stasera sono qui”, che la vede interprete di canzoni note e
meno note di alcuni tra i più importanti protagonisti della “scuola genovese”.
Andrea,
tu musicalmente vieni da un trascorso, seppur breve di grande soddisfazione ma
legato al mondo del jazz, in veste anche di compositrice. Come mai ti sei
voluta avvicinare alla canzone d'autore in veste d’interprete, per la prima
volta cantando in italiano?
E'
nato tutto da un viaggio che ho fatto a NY nel 2012. Sono stata lì un mese, ho
cantato, ascoltato tante cose e ho capito che a me mancava esprimermi nella mia
lingua madre. Soprattutto ho rivalutato il mio retaggio culturale, il mio
essere italiana e ho deciso di tornare a cantare per la mia gente. Tornata da NY,
ho ricevuto a grande sorpresa il Premio Via Del Campo e l'ho preso un po' come
un segno visto che non avevo ancora pubblicato album in italiano. Ho deciso di
partire studiando la canzone dei cantautori genovesi perché ritengo che questo
gruppo di artisti abbia donato moltissimo alla musica italiana, sia in quantità
sia in qualità. Essendo ormai genovese da sette anni, mi sembrava giusto così.
Da lì il passo per uno spettacolo dedicato ai cantautori, è stato breve e dopo
il tour dell'estate scorsa, il disco.
Come
mai hai voluto intitolare il disco proprio con il brano "Se stasera sono
qui" di Luigi Tenco, che qui condividi con la voce calda e scura di Zibba?
Sembra quasi che ti sentissi dentro che quello era un duetto con chi di lì a
poco avrebbe trionfato nella sezione giovani a Sanremo? Scherzi a parte,
immagino sia stata una scelta ragionata?
Ahahha!
In
verità ho pensato alla frase "se stasera sono qui" come a una sorta
di frase di presentazione... Se stasera sono qui è perché ... Ho qualcosa da
raccontare, da cantare, da condividere... E poi adoro Luigi Tenco.
Ho
chiamato Zibba perché avevo avuto l'idea di riarrangiare il brano in chiave
jazz manouche e sentivo la bellissima voce calda di Zibba fin dall'inizio. Ho
fatto una scelta puramente artistica e sono felice del risultato.
Lo
immaginavo, la stessa copertina, che ti immortala con quell'aria fresca e
sbarazzina, sembra voler dire proprio, eccomi qua a cantare canzoni non mie, in
parte note, ma rivestire di nuova vitalità, piene di fragrante bellezza.
Grazie,
sono felice che il messaggio sia così chiaro e pulito.
Tornando
proprio alla canzone che da il titolo al disco, giustamente hai detto della
scelta di riarrangiare il brano in chiave jazz manouche, quanto credi ci si
possa spingere nel rimaneggiare una canzone non propria senza rischiare magari
di "tradirla"?
Io
credo che chi si prende la briga di ripresentare il brano di un altro artista
sia "obbligato" a farne una propria lettura. Personalmente non amo
sentire "cover", ovvero brani semplicemente risuonati e cantati
esattamente come l'originale, ma preferisco sempre "sentire una nuova
visione" dello stesso messaggio, qualcosa che lo rinnovi o lo complichi o
lo renda anche diverso, perché no? Altrimenti mi ascolto l'originale. Questo è
l'approccio che cerco di mantenere come interprete.
Mi
trovi pienamente d'accordo e tra i brani presenti nel disco, forse uno dei più
belli in questa chiave di lettura è la swingheggiante versione di "La ballata
dell'amore cieco", non sei d'accordo?
Grazie
Fabio. Trovo che il testo di quella canzone sia di una bellezza crudele e
profonda, è stata una grande sfida cantarlo.
C'è
un brano che più di tutti ti ha lasciato pienamente soddisfatta e appagata, magari
proprio per come sei riuscita a creare qualcosa di nuovo da un brano non nuovo?
Devo
dire che uno dei brani di cui sono più soddisfatta è "Sera sul mare".
Per prima cosa credo che il testo, una poesia del grande poeta genovese
Riccardo Mannerini e riadattato in alcuni punti con grande arte e altrettanta
poesia da Marco Ongaro, sia straordinario. Credo che tutti dinanzi alla potenza
del mare ci sentiamo così ... Il brano è stato musicato da Vittorio De Scalzi e
fa parte dell'album "Gli Occhi Del Mondo". Ti dico solo che la
versione originale è talmente perfetta e ben suonata che mi sono chiesta mille
volte "ma perché ho deciso di cantare proprio questo brano!?!?!". Poi
sono arrivata ai ferri corti con me stessa e ho detto "ok, adesso ti siedi
al piano e trovi un'idea!". La potenza del testo e la perfezione della
melodia hanno fatto si che decidessi di suonarla io stessa spogliandola
totalmente dal portamento ritmico e armonico dell'originale e lasciando che i
tasti del piano e la voce semplicemente riportassero le cose allo stato
"nudo e crudo". Ne sono molto orgogliosa, ci tenevo a cantare un
testo di Riccardo Mannerini e volevo che fosse diverso da tutto quello che
avevamo fatto fino ad allora.
A
proposito di Vittorio De Scalzi, c'è anche un suo brano inedito che hai avuto
la fortuna di cantare qui, com'è andata la questione? Come hai avuto “Mentre
cadiamo giù”?
Chiesi
a Vittorio di scrivere un brano per me perché due anni fa volevo provare
Sanremo. Dopo due giorni venne in studio e aveva scritto questa bellezza dal
titolo "Mentre cadiamo giù". Che dire, Sanremo non l'abbiamo
sicuramente vinto, ma il brano resta una perla rara e dimostrare la grande
maestria di chi ha fatto la storia della musica italiana, quella bella. Ho
deciso poi di inserirlo in "Se stasera sono qui" per rendere omaggio
a un artista che non ha mai smesso di evolversi e che è stato così generoso da
regalarmi un così bel brano e addirittura venirlo a cantare con me in studio.
La vita è piena di sorprese, non bisogna arrendersi mai...
Vittorio
De Scalzi è, in effetti, il secondo ospite di questo disco, mi permetto ora di
chiederti una cosa, nel caso ci fosse un seguito a questo disco, un nuovo
omaggio alla canzone d'autore genovese, l'ipotesi di cantare un brano di un
artista colto e raffinato come Max Manfredi la vedresti operazione possibile?
Certamente!
Abbiamo parlato tempo fa di una collaborazione, ma poi non realizzammo niente.
Max è un artista davvero unico, sarebbe bello collaborare.
Ma
una Andrea Celeste in veste di cantautrice?
Sulla
carta sarei già una cantautrice, anche se in Inglese. Diciamo che sto lavorando
a un disco in Italiano, scrivendo in collaborazione con Karen Ciaccia e altri
bravissimi artisti genovesi.
Bella
notizia, godiamoci intanto questa stupenda interprete, stai portando in giro il
disco in questo periodo? Dove è possibile vederti dal vivo?
Per
adesso abbiamo in programma uno showcase al Fim - Fiera Internazionale della
Musica a Maggio e stiamo lavorando per il tour estivo sperando di poter portare
in tante piazze questa musica.
Te
lo auguro di cuore, perché c'è tanto bisogno di musica di qualità.
Grazie
per la definizione, ne sono lusingata.
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