Che i Sulutumana fossero bravi
penso che ormai nessuno ne dubitasse, che però fossero capaci di
dimostrare che non c’è davvero limite al meglio, forse non tutti
ci avrebbero messo la mano sul fuoco.
La via della raccolta di canzoni, si
sa, è sempre rischiosa e la possibilità di realizzare un disco che
non aggiunga nulla, artisticamente parlando, al proprio percorso
artistico è sempre alle porte. Le raccolte musicali, infatti, spesso
dettate da esigenze di mercato oppure da pressioni delle case
discografiche, si rivelano di solito dischi inutili, che ci sentiamo
caldamente di sconsigliare quasi a priori, senza neppure ascoltarli.
Fare la stessa cosa con questo disco
dei Sulutumana, sarebbe però stato un errore madornale, questo disco
fortunatamente lo abbiamo ascoltato, riascoltato e riascoltato
ancora, senza mai venirne a noia, anzi traendovi maggiore piacere a
ogni nuovo passaggio, quasi si nutrisse di nuova linfa con l’uso.
Quali i meriti allora? Beh, partiamo
dalla scelta delle canzoni inserite in questa raccolta che, a parte
Lunedì mattina, l’unico inedito presente, attingono dai
lavori precedenti, soprattutto dall’ultimo bel disco d’inediti
Arimo (2008) da cui provengono ben 8 tracce fino a
risalire a La danza (2001) da cui sono tratte
autentiche perle come La Danza, Mia cara Ines,
Carlina Rinascente e Il frigo.
Si potrebbe, forse, paragonare questa
raccolta a L’indispensabile di Vinicio Capossela,
almeno nel tentativo di fornire all’ascoltatore la possibilità di
girare con, a portata di mano, quanto è ritenuto davvero
indispensabile della produzione di un artista, ma sarebbe un paragone
ingiusto nei confronti di questo disco, i cui pregi sono ben maggiori
e non stanno certo nell’essere esaustivo, anzi in tal ottica questo
disco è sicuramente deficitario, nel senso che mancano secondo noi
alcune canzoni di grandissimo pregio come Piccola veliera
o Il volo di carta, tanto per citarne un paio di
assenze dal qui poco rappresentato Di segni e di sogni
(2003), di cui troviamo traccia solo grazie a L’ultima onda.
No, non è certamente questo il motivo
per cui possiamo ben gridare al piccolo miracolo.
A farci dire che questo disco non pone
davvero limiti al meglio, è semmai il modo magistrale in cui questi
14 brani sono stati riarrangiati dai Sulu, sotto lo sguardo attento
di Piero Cassano e Fabio Perversi che ne hanno curato
la produzione artistica, suonati con grazia infinita e, infine,
cantati con la consueta splendida e affascinate voce da Gianbattista
Galli così da trasformarsi in piccoli congegni a orologeria,
capaci di raggiungere il cuore dell’ascoltatore ed esplodervi
dentro in un tripudio di emozioni.
Se non ci credete, provate a sedervi su
un divano o “su l’utumana” come direbbero nel comasco, a
mettere il disco nel lettore (quasi si trattasse di mettere un vinile
su un grammofono) e lasciarvi coinvolgere dall’atmosfera senza
tempo di queste canzoni, è un po’ come se ci appartenessero da
sempre, provate e diteci se non vi pare di aver conosciuto anche voi
Carlina Rinascente o di esservi innamorati di Iole o aver giocato a
nascondino con loro, gridando a gran voce “liberi tutti”.
E’ vero, non trovate sperimentazioni,
non viene percorsa alcuna via nuova nella scrittura poetica, ma qui
la canzone d’autore è viva e splendente più che mai, vestita di
grazia ed eleganza come raramente capita di incontrare.
Artista: Sulutumana
Titolo album: Non c’è
limite al meglio
Etichetta: EuroTeam
Distributore: ArtistFirst
Produzione artistica: Piero
Cassano, Fabio Perversi
Anno di uscita: 2013
Durata totale: 56:50
Elenco tracce:
01. Lunedì
mattina
02. La danza
03. Carlina
Rinascente
04. Farfala
sucullo
05. Il tuo culo
06. Il temporale
07. Canzone di
Jole
08. Anam-Ji
09. Liberi tutti
10. Appeso per la
luna
11. Viaggio
12. L’ultima
onda
13. Mia cara Ines
14. Il frigo
15. Canzone del
calzolaio ubriaco
Brani migliori:
La danza
Il tuo culo
Appeso per la luna
Musicisti e Ospiti:
Gian Battista Galli: voce,
fisarmonica (1, 2, 3, 5, 6, 12, 14, 15), cori (4, 6)
Francesco Andreotti: pianoforte
(1, 2, 3, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15), tastiere (4, 7, 8,
9, 10, 15), cori (9, 15)
Nadir Giori: contrabbasso (1, 2,
3, 5, 7, 12, 13, 14, 15), basso elettrico (4, 6, 8, 9, 10, 11),
chitarra classica (9), chitarra semiacustica (11)
Beppe Pini: chitarra acustica
(1, 2, 3, 5, 12, 13), chitarra elettrica (8, 14)
Samuel Elazar Cereghini:
batteria (1, 2, 3, 5, 8, 12, 13, 14), percussioni (4, 6, 7, 9,
11, 15), steel drum (6. 10)
Andrea Aloisi: violino (2, 3, 4,
6, 7, 10, 14, 15), cori (6, 9, 15)
Angelo Galli: cori (2, 3, 6, 8,
9, 10, 15), voce (15)
Raffaele Cogliati: chitarra
elettrica (4, 6, 7, 15), chitarra acustica (10, 11)
Marco Castiglioni: batteria (4,
6, 7, 9, 10, 11, 15)
Silvio Pozzoli: cori (6, 9, 15)
Maite Reyes Barò: cori (10)
Sofia Metropolitan Orchestra:
archi e fiati (10)
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