di Fabio Antonelli
Dal laboratorio artigianale dei sempre più apprezzati Sulutumana, è
appena uscito un nuovo disco dall’ambizioso titolo “Non c’è limite la meglio”.
Che qualcosa di nuovo bollisse in pentola, si era intuito da un po’, che però
si trattasse sostanzialmente di una raccolta con un inedito (Lunedi mattina), forse
non ce lo saremmo aspettato? Delusi? Dopo averlo ascoltato assolutamente no,
anzi potremmo dire che sembra voler ribaltare quel concetto di Tancrediana
memoria “bisogna cambiare tutto per non cambiare nulla”. Ecco cosa ci hanno
raccontato in proposito.
Dopo due album di canzoni per bambini come “La storia cominciò” e il
recentissimo “Io non so leggere” del 2012, a ormai cinque anni dall’uscita
dell’ultimo bel disco d’inediti “Arimo” del 2008, non nascondiamo che ci
saremmo aspettati un disco di canzoni inedite anziché una raccolta come questo
“Non c’è limite la meglio” eppure non siamo assolutamente delusi, anzi. Come
mai questa scelta?
Tutto nasce da un confronto
schietto e approfondito con il nostro attuale produttore Piero Cassano. Lui ha
insistito affinché si arrivasse a realizzare una raccolta di brani del nostro
repertorio storico, perché convinto che i SULUTUMANA non abbiano ancora
raccolto quello che meritano, ossia un apprezzamento di pubblico su larga
scala. Siamo stati ovviamente lusingati da quest’affermazione e per questo
abbiamo deciso che, nonostante ci siano tanti brani nuovi che premono e fremono
per uscire dal nostro studio di registrazione, questo poteva essere il passo
giusto per iniziare una nuova e prestigiosa collaborazione e per far conoscere a
un pubblico più vasto la nostra musica. L’ambizione di questo progetto è quindi
quella di fare in modo che la cerchia dei nostri estimatori possa allargarsi
oltre i confini del territorio in cui già da tempo siamo conosciuti e
apprezzati. Si aggiunga inoltre che riteniamo che i brani di “Non c’è limite al
meglio” brillino di una nuova luce rispetto alle incisioni precedenti, grazie
anche all’apporto sapiente ed esperto proprio di Piero Cassano e Fabio
Perversi, che sono stati molto bravi nel dare risalto alle nostre canzoni,
senza per questo minimamente snaturare la nostra cifra stilistica.
Questa raccolta si apre con l’unico inedito presente, intitolato “Lunedì
mattina” e che vede autore del testo la voce del gruppo Gianbattista Galli. Com’è
nato questo brano che si colloca a buon diritto tra i migliori di sempre?
Stavamo lavorando a testi e musiche
nuove nella nostra sala prove, era un periodo in cui ci si vedeva sempre con la
band il lunedì mattina. Questo appuntamento fisso è diventato il titolo di una
canzone. Si tratta di una visione intima e piena di speranza sul futuro che
diventa presente, radiografia di uno stato d’animo in un momento di dolce
solitudine e di riflessione. Immagine reale e visionarie s’intrecciano nello
spazio temporale che va dal risveglio all’incontro col mondo, una volta chiusa
e lasciata alle spalle la porta di casa. In particolare ci è sembrato bello
dare un po’ di dolcezza a un momento della settimana che in genere è piuttosto
indigesto da affrontare.
Di questo disco a colpire è soprattutto l’atmosfera nuova che avete
saputo donare a pezzi ormai stranoti ai vostri ammiratori, saranno forse i
nuovi arrangiamenti ma le canzoni, così eseguite, sembrano da sempre presenti
nell’immaginario bagaglio personale anche di chi le ascoltasse per la prima
volta ma allo stesso tempo totalmente nuove. Non c’è davvero limite al meglio?
È stata una condizione
imprescindibile. Dopo aver accettato di fare un disco che riproponesse brani
già incisi, volevamo che le canzoni rappresentassero fedelmente l’attuale
momento musicale della band. Dovevano pertanto apparire fresche e sorprendenti,
al punto da poterle ritenere “nuove” a tutti gli effetti. Ci succede
costantemente, quando suoniamo dal vivo brani anche datati, di cucire gli
arrangiamenti in modo che il suonarli possa rivelare anche a noi, e non solo in
chi ascolta, elementi di novità e di sorpresa. Lo facciamo per migliorarci e
per scongiurare la noia.
Realizzare la tracklist di una raccolta penso sia operazione tra le più
ardue, c’è una canzone o magari più d’una, del vostro passato che, a registrazioni
concluse, avreste comunque voluto inserire?
No. Nel realizzare una raccolta
crediamo sia più importante il carattere d’insieme che non il peso specifico
del singolo brano. Bisogna valutare l’opera nella totalità per ottenere un
risultato omogeneo e ben strutturato.
Speriamo di esserci riusciti.
Nel vostro sito ufficiale si legge che i Sulutumana -Nascono nel 1998 quando Gian Battista Galli
(voce, fisarmonica) Francesco Andreotti (pianoforte, tastiere) e Nadir Giori
(contrabbasso) decidono di costruire un percorso artistico “in proprio” –
in realtà la vostra genesi parte da ben più lontano, quel 1987 in cui
Gianbattista Galli e Michele Bosisio (uscito dal gruppo nel gennaio 2007)
fondarono un duo poi diventato nel tempo un quintetto costituito dagli attuali
componenti Gianbattista Galli, Francesco Andreotti, Nadir Giori più Angelo
Galli e Andrea Aloisi. La copertina del nuovo disco però vi ritrae in tre,
intorno ad un divano, dobbiamo supporre un‘ulteriore evoluzione della
formazione?
Sin dalla prima canzone da noi
composta, il nucleo “creativo” dei SULU è costituito da Giamba, Cecco e Nadir.
E le prime canzoni risalgono proprio al 1998. Per questa ragione abbiamo
ritenuto di “sfrondare” la nostra genesi, escludendo il periodo precedente in
cui eravamo sostanzialmente una band di cover e in cui la maggior parte di noi
ancora non aveva fatto della musica una scelta professionale e di vita. È una
questione di sintesi che agevola l’approccio di chi ancora non ci conosce, e
che in ogni caso non rinnega certo il passato remoto.
Nonostante questi cambi di formazione non c’è stato mai alcun segno d’involuzione
artistica, anzi possiamo ben dire che il sogno “su l’utumana” (sull’ottomana)
prosegue imperterrito puntando sempre più in alto. Qual è il segreto allora,
l’alchimia perfetta di queste canzoni, capaci di raccogliere sempre nuovi
sostenitori?
Il segreto, se c’è, non lo
conosciamo. Siamo però convinti che scrivere canzoni in tre anziché da soli
determini un valore aggiunto indiscutibile al risultato finale. C’è una
preselezione dei rispettivi provini che deve passare al vaglio di ciascuno di
noi e che è molto esigente, c’è un confronto continuo che è di stimolo costante
per migliorarsi, infine c’è una manipolazione reciproca del materiale che fa sì
che il “prodotto finito” risulti più ricco e, di conseguenza, più bello (si
spera!).
Supponiamo che nei prossimi mesi continuerete con i lives di
presentazione del disco, magari intercalati con spettacoli per bambini, un
universo musicale parallelo ma altrettanto prezioso di cui magari parleremo in
altra occasione, cosa intravedete però nella sfera di cristallo dei Sulutumana?
Dice il saggio: “Fammi indovino e
ti farò ricco!”. Il nostro desiderio è di affermarci come band su un territorio
il più vasto possibile. Siamo convinti che la nostra musica non abbia confini e
possa mettere casa dovunque, in Italia ma anche all’estero, ad esempio in
Francia. Siamo convinti che non sia una musica di nicchia per pochi intenditori
o per palati fini, al contrario, pensiamo che sia fruibile da chiunque abbia
orecchie e cuore da aprire all’ascolto e all’emozione. In concreto stiamo già
lavorando all’uscita dell’album d’inediti, prevista entro la primavera 2014.
Nel frattempo è partito il tour di “Non c’è limite al meglio” che ci vedrà
impegnati fino a Ottobre. Abbiamo anche ripreso il vagabondaggio artistico con
Andrea Vitali, con lo spettacolo “Canti e Racconti 2013”. E poi, come dicevi, i
bambini. Che noi chiamiamo SULUTUmini, Il cd “Oggi non so leggere” è uscito
solo sei mesi fa e sta avendo un bel successo, presto saremo in scena con
l’omonimo spettacolo, insieme col regista, attore e drammaturgo Giuseppe Adduci
(Teatrogruppo Popolare di Como). Per il momento potrebbe bastare così, poi si
vedrà.
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