di Fabio Antonelli
A qualcuno che ha bazzicato, in questi giorni di forzata clausura,
sulla pagina Facebook del cantautore genovese Max Manfredi non saranno certo sfuggiti
tre video casalinghi di altrettanti brani inediti, segno che qualcosa bolle nel
calderone creativo dell’artista. Magari i tempi non saranno brevi, a causa
dell’emergenza attuale, ma sicuramente ci sarà un nuovo disco dopo
l’apprezzatissimo “Dremong”. Come starà, però, vivendo questi giorni di
quarantena, uno come Max, abituato a girare l’Italia utilizzando l’amato treno,
quello che gli ha ispirato anche la splendida
canzone “Il treno per Kukuwok”?
Non sembra quasi vero che un refrain diffusissimo, prima che scoppiasse
questa pandemia, fosse “come mi piacerebbe poter passare un po’ del mio tempo
tranquillamente a casa mia” mentre ora, invece, sembra che tutti siano
ossessionati da come vivere le giornate trascorse in casa, questo tempo di reclusione
forzata. Mi ricordano tanto i protagonisti della tua Il morale delle truppe con quei versi finali “È sul fronte che la
pace sembra una buona idea… / quando poi si torna a casa, si rimpiange la
trincea”. E’ così anche per te?
No. Ho scritto quei versi perché
fiutavo la situazione. Una situazione, diciamo così, di disponibilità bellica
in tempo di pace, però a discolpa di molti c'è da dire una cosa: non tutti
possono passare un periodo di tranquillità senza essere assaliti da beghe
burocratiche e problemi economici. Anzi, quasi nessuno. Quindi capisco il
malumore e la confusione mentale che si esprime, come può, principalmente
attraverso i "social", più di rado anche per strada, nella società.
Io stesso, che sono molto pigro, comincio a essere stufo dell'inattività
forzata e, soprattutto, delle restrizioni logistiche che non mi permettono di
porre a mano a molti lavori cui sto dietro.
Uno di questi lavori credo sia il disco nuovo, poiché grazie a un paio
di video casalinghi hai anticipato due inediti Elicriso (il cui titolo è già spiazzante rispetto al comune
sentire) e la scanzonata Scimmia grigia,
mentre con un altro bel video hai regalato ai tuoi estimatori la splendida Nostra Signora della Neve. Credi che il
nuovo disco in qualche modo risentirà di questi strani giorni?
La risposta è di nuovo no. Anche
se io sto lavorando a questo disco a Savona, quindi l'opera risente della mia
impossibilità di spostamento. E' giocoforza che in questi giorni il lavoro sia
di sedimentazione e non di sperimentazione diretta, ma soprattutto il disco,
non per quanto riguarda la sua poesia ma come oggetto, risentirà della fine dell’industria
discografica. Io e i miei amici dovremo quindi inventarci delle buone strategie
per permettere agli interessati di comprarlo. Non è più come una volta, come ai
tempi dei miei due primi dischi, in cui il successo o il mancato successo erano
chiaramente ascrivibili a capacità, incapacità o poteri contrattuali altrui.
Qui dovremo fare tutto da soli, o in... join venture con qualcuno. L'avventura
è quindi a due facce: quella meravigliosa della creazione artistica e quella,
spesso spiacente ma necessaria, della promozione e della vendita. Non parlo di
distribuzione, quella è una chimera. Quindi, se - ad esempio - ai tempi di Luna
persa la distribuzione c'era ed era abbastanza buona, oggi questo discorso non
ha più senso, temo.
Un po' per tenere alto il morale delle truppe, scusa se prendo ancora
in prestito i tuoi versi, un po' per mantenere i contatti durante questo
periodo d’inattività forzata, tu, Federico Sirianni e i Lady Lazarus vi siete
inventati una bella iniziativa, vero?
Credo di sì. Si chiama Quarantena
Tour e, oltre ad essere una pagina aperta a post di quasi ogni tipo - anche se
prevalentemente musicali - è anche un programma di video commentati in diretta
da noi e dagli spettatori. Siamo noi che scegliamo artisti e video, e se loro
son contenti, li mandiamo in streaming. In questo modo cerchiamo di garantire
l'alta qualità delle proposte. La pagina di Quarantena Tour è su Facebook (https://www.facebook.com/groups/590881615102407/), chiunque può iscriversi e aggiungersi ai quasi 4200 che abbiamo avuto finora.
Le puntate le facciamo ogni sabato sera alle 21.30. Si possono fare anche
donazioni, metà delle quali va in beneficenza per l'ospedale di Sestri Levante.
Abbiamo parlato del tuo nuovo disco, del Quarantena Tour, non è che a
stare chiusi in casa ci sia da fare più che in tempi normali? Ti resta libero
del tempo per oziare? Ricordo che Carlo Muratori mi disse che senza oziare lui
non sarebbe mai riuscito a scrivere le sue canzoni, insomma che l'ozio non è
fare nulla ma lasciare liberi i pensieri. Tanti in questi giorni, non riescono
a scrivere nulla di nuovo, forse perché la mente è assorbita dalle
preoccupazioni, tu che ne pensi?
Non ho il problema di scrivere
qualcosa di nuovo, se viene, viene. Ho tanta di quella materia pregressa! Le
cose vecchie - o antiche - diventano nuove appena le riscrivi. Son capace a
trasformare una canzone vecchia fino a renderla nuova e quasi irriconoscibile.
Invece di lasciarmi copiare le frasi dagli altri, le autocopio. Intanto vado in
esplorazione del mondo dei suoni... ma per farlo, a casa mia, adesso non sono
attrezzato. Così resto in attesa. Le preoccupazioni (che purtroppo in questo
periodo di forzata vacanza non mancano) possono fino a un certo punto
ostacolare il dipanarsi dell'attività creativa, fosse anche un'attività
silente. L'effetto Doppler fu scoperto dall'inventore durante una guerra in
trincea. Quando Oscar Wilde si diceva stanchissimo dopo aver tolto e rimesso
una virgola dal suo manoscritto in una giornata intera, non bluffava. Di più,
io son convinto che i fenomeni creativi, spesso, vadano avanti a vuoto, da
soli, come una ruota della preghiera o come dà luce una candela in una stanza
buia senza nessuno. D'altra parte un amico che hai intervistato da poco, un po'
sulla falsariga di Wilde, una sera mi disse: "Oggi ho rifiutato due lavori
interinali... sono esausto". E non aveva torto. Tutto ciò che è
burocrazia, mediocrità illiberale, obbligo o almeno proposta morale apparentemente
irragionevole, continua a spandere i suoi miasmi anche in nostra temporanea
assenza. Le mosche di Belzebù non finiscono di ronzarci attorno e distrarci. Ma
a volte è proprio nella distrazione che si trova il lampo della necessità
poetica.
Un'ultima domanda, proprio partendo dal concetto di
distrazione. Spesso ho l'impressione, stando in casa, che, quantunque una
giornata sia lunga senza poter uscire e incontrare persone, ci siano comunque
tanti elementi di disturbo che alla fine facciano solo perdere tempo. Il
curiosare su Facebook o su YouTube, può essere, in effetti, una delle cause, ma
può anche essere occasione di piacevolissime scoperte, c'è in tal senso
qualcuno che ti ha davvero stupito e con il quale, magari a emergenza finita,
vorresti incontrare e magari collaborare artisticamente? Consideriamolo uno
sguardo fiducioso al domani...
Qualcosa può interessarci,
incuriosirci. Con Quarantena Tour, programmatori e spettatori hanno spesso
buone sorprese. Purtroppo l'ultima collaborazione che mi piaceva, quella con
Giorgio Li Calzi, è naufragata per vari motivi. Sono rimasto però con quattro o
cinque canzoni scritte con lui, che trovo notevoli. Sarà mia cura ripensarle,
rileggerle e orchestrarle. E poi c'è una collaborazione necessaria e continua,
durante le registrazioni: quella con i "miei" musicisti di sempre e
quella con i Lady Lazarus, che mi seguono passo passo nella realizzazione del
disco. Direi che ce n'è d'avanzo.
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