di Fabio Antonelli
Sembra quasi un miracolo, sono
passati solo tre anni dal suo precedente album “Pura come una bestemmia (Azzurra
Music - 2020), accolto dalla critica in maniera entusiastica che ecco Rossella
Seno, veneziana ma da anni residente a Roma, pubblica un nuovo disco “La figlia
di Dio”(Azzurra Music/ Disobedience Associazione Culturale – 2023), un
concept-album per tutti coloro che in questa epoca di "rap",
"trap" e musica "urban" non riescono a soddisfare la
propria necessità di ascolto di buona musica d'autore, così come riportato nei
siti online presso i quali è reperibile, in cui si è avvalsa di uno stuolo di prestigiosi
collaboratori.
La figlia di Dio è un
brano di cui Sirianni mi parlò non appena vide la copertina di Pura come una
bestemmia, il precedente album. In verità ad ispirarlo fu il film Dio
esiste e vive a Bruxelles. Ti ricorderai EA, la sorella di Gesù, la vera
salvatrice del mondo. E in effetti Federico sostiene che solo una donna può
essersi fatta carico di tutto quella sofferenza. Per quanto riguarda i
contenuti hai colto perfettamente il senso della copertina e dell'intero album,
La figlia di Dio veglia sui più fragili, sugli oppressi, i disadattati,
si fa carico di tutto il male del mondo e lo fa suo. E io lo sento tutto quel
dolore, talvolta così fortemente da non riuscire neanche a respirare,
paralizzata dall'impotenza. Non capisco come l'uomo possa causare così tanta
sofferenza al suo stesso simile e distruggere l'ambiente in cui vive...
Beh, magari Dio non esiste e neppure i miracoli, ma i mezzi miracoli sì, se Federico Sirianni ti ha portata a realizzare un nuovo album dopo soli tre anni dal precedente Pura come una bestemmia. Ti ha donato la canzone che dà il titolo all'intero lavoro e che chiude il disco, ma ha anche tradotto due brani, La colomba (The dove) e Cantami (Sing me) di Allan Taylor. Cantami ha poi visto la partecipazione dello stesso Allan oltre ad essere confluita in un bellissimo video animato dai disegni di Roby il Pettirosso. Com'è ricaduta su questi due brani la tua scelta e come è nata la collaborazione con il cantautore inglese?
La vita non è una passeggiata e
abbiamo bisogno di aggrapparci a qualcosa o a qualcuno, soprattutto nei momenti
più difficili. Certo che se anche in natura vige la regola del più forte ci
riesce difficile pensare ad un Dio buono e giusto. Ma chi non si rivolge a lui
nella vita cercando conforto o speranza? O semplicemente per maledirlo... E i
miracoli a volte accadono... Del mio incontro con Allan devo ringraziare un
amico critico musicale, il quale affermò, in una delle nostre lunghe
telefonate, quanto The dove, brano di Allan Taylor appunto, fosse nelle
mie corde e come l'avrei cantato bene. E aveva ragione. Lo sentii immediatamente
mio e cominciai a volare da subito tra le note di questa suggestiva canzone. Lo
contattai, su Messenger, chiedendogli il permesso di interpretarla in italiano
e di inciderla inserendola nell'album su cui stavo lavorando, allegandogli il
link di Pura come una bestemmia. Mi rispose subito di sì. A quel punto
affidai la traduzione a Federico Sirianni, l'autore che ritenevo più adatto, e
anche una delle penne che più amo in assoluto, piacque molto anche ad Allan. Fu
così che mi venne la sfrontatezza di chiedergli di scrivere un brano
appositamente per me. Ci accordammo sulle tematiche da affrontare e dopo pochi
giorni mi consegnò Sing me, altro capolavoro, la cui traduzione fu
nuovamente affidata a Sirianni. Chiedere ad Allan di intervenire sul disco
anche vocalmente è venuto naturale. Abbiamo altri progetti insieme, ma
scaramanticamente preferisco non parlarne ancora. E pensa che non ci siamo mai
conosciuti personalmente, il nostro è un rapporto "epistolare", solo
che le mail hanno preso il posto delle lettere.
Se Allan Taylor rappresenta una novità tra le tue collaborazioni, ritroviamo però la firma, anzi la doppia firma di un tuo storico collaboratore come Pino Pavone, collaboratore storico anche di Piero Ciampi, guarda caso... Doppia firma perché per questo progetto ti ha donato due splendidi brani musicati da Massimo Germini, Candide delicatissima canzone sul tema della prostituzione con una gravidanza mai cercata, anzi subita e Prima che il gallo canti, la ricerca di un Dio spesso incomprensibile o mai vicino abbastanza. Com'è stata questa nuova collaborazione con Pino?
Pino mi conosce come nessun
altro. È il mio confidente, a lui rivelo tutte le mie miserie. Infatti, Prima
che il gallo canti è una canzone indubbiamente biografica, la ricerca di un
padre e non solo spirituale e la convinzione di aver sbagliato qualcosa. La
vita d'artista, al di là delle gratificazioni, non è semplice, soprattutto per
una personalità complessa come la mia. Pino ha scritto anche il testo dello
spettacolo di cantateatro La figlia di Dio, recitato fuori campo da
Riccardo Mei, che ha debuttato qui a Roma il 17 marzo.
Un'altra collaborazione preziosa credo sia stata quella di Michele Caccamo, sia in termini quantitativi che qualitativi. Lo si intuisce subito dall'incipit Nessuno è stato portato in cielo con la voce recitante di Alessio Boni, un misto tra preghiera e amara constatazione di come "per questi segni neri nessuno è stato portato in cielo". Passando per Don Gallo e i suoi millesimi, splendido ritratto di quel prete con "voce di lupo un sigaro acceso" che "aveva sempre deciso che su tutto l'amore conta", per approdare alle terribili Sono solo un suono e Un tempo immondo, terribili non perché brutte, ma perché feriscono il cuore, mettendo in evidenza la nostra impotenza di fronte a tanto dolore e tanto male. Sei d'accordo? Lo scrivere canzoni, nel tuo caso il cantarle, può essere medicina capace di lenire le ferite dell'anima? Te lo chiedo perché, ad esempio, ho sentito dire tante volte da Pippo Pollina come sia stata proprio la musica a salvargli la vita.
Questa domanda mi spiazza, perché
non saprei cosa risponderti. La musica può lenire, ma questa che per me è più
una missione che una professione a volte, più che una medicina, pare essere una
maledizione. Metto in evidenza le situazioni che più mi stanno a cuore, ma
questo non basta, né a me né agli altri. In fondo le mie mani sono troppo
piccole per contenere tutto l'orrore e la mia voce flebile...
A proposito di missione mi
vengono in mente i versi "E morì come tutti si muore / Come tutti
cambiando colore / Non si può dire che sia servito a molto / Perché il male
della terra non fu tolto" tratti da Si chiamava Gesù di Fabrizio De
André, che hai inserito in questo tuo disco. Una canzone che sembra voler
ribadire l'assoluta laicità di questo tuo progetto, non credi? Ti trovi
allineata alla sua visione?
Un'opera laica ma allo stesso
tempo religiosa. Non viene messa in discussione tanto l'esistenza di Dio,
piuttosto il suo "operato". La figura del Cristo è fondamentale per
la nostra religione, ne sono attratta, anzi, ho una vera e propria passione nei
suoi confronti, un uomo rivoluzionario, magari seguissimo il suo insegnamento!
Ma la sua morte, presunta o vera, pare non essere servita a niente... Nessun
agnello ha tolto i peccati del mondo, nessun cuore redento.
È un'amara considerazione cui replicherei con le parole "Chi è senza peccato scagli la prima pietra", nel senso che non credo si possano attribuire a Dio le nostre colpe. In tal senso mi viene di citare questi versi "Perché voi possiate uscire / Perché io non possa entrare / Per qualche voto in più / Perché ho un altro colore / Di confine si muore / Di confine si muore / Di confine si muore" con quel "Di confine si muore" ripetuto tre volte, numero biblico, tratti da Requiem, un testo dell'antropologo Marco Aime che Massimo Germini ha musicato. Tema di massima attualità, ma direi anche tema eterno, a ribadire che il peggior nemico dell'uomo è l'uomo stesso, che ne pensi?
Ne sono assolutamente convinta.
Che brutta roba quella dei confini. Non riusciamo a considerarci abitanti dello
stesso unico pianeta. Ma è un atteggiamento insito nell'essere vivente, anche
gli animali delineano il loro territorio.
Guarda quello che sta succedendo in Ucraina, una guerra incomprensibile
che potrebbe trascinarci in un conflitto mondiale.
D'altronde credo che il male,
quello sì, non abbia confini. Ho volutamente lasciato per ultimo Zohra,
la canzone scritta da Matteo Passante su una schiava domestica pachistana di soli
otto anni, schiava di una coppia sposata, Hassan Siddiqui e Umme Kulsoom che è
stata torturata e uccisa per aver rilasciato erroneamente i pappagalli dei suoi
padroni a Bahria Town, Rawalpindi, 1 giugno 2020. La canzone è piena di poesia,
ma una crudele poesia, ho ancora impressi i duri versi conclusivi "Il
reato commesso / è aver aperto la porta dell'uccello ingabbiato / Ma solo io lo
capivo / Il profumo del cielo / Quando è primavera / Oggi ho messo le ali / E
sono sopra quei cieli che il demonio ha creato/ Se la terra fu inferno nel
nulla da cui canto è ancora più inverno". Mi ha riportato alla mente il
verso "E libertà è un discorso per chi non sta in prigione" che
Pierangelo Bertoli cantava in Leggenda antica. Sei stata tu a suggerire
il tema a Matteo Passante?
Si, ho giurato a quella bimba che
non l'avrei dimenticata, che l'avrei cantata. Ed è grazie a Matteo Passante e a
Massimo Germini se ho potuto mantenere la promessa fatta.
Un'ultima domanda, o meglio una duplice domanda. Se non sbaglio tu nasci attrice e con gli anni sei diventata cantante, ma non sei una musicista, quanto è stato importante nel realizzare questo disco un personaggio come Massimo Germini? È vero che non sei una musicista, ma non ti è mai venuta voglia di provare a scrivere i testi delle canzoni che canti?
A dire il vero è entrata la
musica per prima nella mia vita, dalla quale un certo punto ho preso una pausa.
Il mio "personaggio" poco si sposava con ciò che volevo cantare.
Troppo glamour e poco credibile per la canzone d'autore. Solo con gli anni ho
acquisito credibilità. Per quanto riguarda i testi meglio affidarsi a chi lo sa
fare, soprattutto se sei cresciuta a pane e Fossati. Mi chiedi quanto sia stato
importante Massimo Germini? Senza di lui non esisterebbero questi album. È
l'autore di gran parte delle musiche e arrangiatore di tutti i brani. Diciamo
che musicalmente viaggiamo sulla stessa lunghezza d'onda. E non avrei potuto né
voluto affidarmi a nessun altro che non fosse lui. È un grandissimo musicista e
autore, dotato di particolare sensibilità. Vado orgogliosa di ciò che abbiamo
fatto insieme. E gliene sono grata.