di Fabio Antonelli
Sono passati ormai due anni (2014) dalla pubblicazione di “Qualcuno
stanotte” un album che, grazie all’incontro di Massimiliano Larocca e la band
strumentale dei Sacri Cuori, ha segnato una virata verso il rock da parte del
cantautore di Firenze. Durante questi due anni Larocca ha ripreso in
mano un vecchio amore mai sopito, quello per la poesia di Dino Campana e,
proseguendo la collaborazione con i Sacri Cuori, cui s’è aggiunta la preziosa
presenza di Riccardo Tesi, ha pubblicato “Un mistero di sogni avverati –
Massimiliano Larocca canta Dino Campana”.
Massimiliano Larocca |
Il tuo amore per Dino Campana è un sentimento che parte da lontano,
ricordo di aver sentito un "demo" molto casalingo in cui mettesti in
musica un pugno di liriche del poeta, ora hai dato però alla luce "Un
mistero di sogni avverati", un disco vero e proprio, anzi un gran bel
disco. Perché questo titolo? Si riferisce al tuo rapporto con Dino Campana?
Il lavoro sui versi di Campana,
hai ragione tu, è iniziato oltre quindi anni fa in occasione di un laboratorio /
spettacolo teatrale per il quale mi fu chiesto di lavorare musicalmente sui
versi del poeta di Marradi, ma il mio amore per lui risaliva a molto prima,
all'adolescenza addirittura, quando lo scoprii e lo amai in mezzo ad altre
figure "decadenti" del rock e della letteratura. Mi colpiva il fatto
che ci fosse un poeta mio conterraneo che parlava con grande Visione e grande
Lirismo di luoghi e di un mondo che era esattamente quello che mi trovavo
accanto a casa. Il titolo è una citazione da una sua poesia misconosciuta
"Une femme qui passe", non facente parte dei Canti Orfici, ma che ho
inserito nel disco. "Un mistero di sogni avverati" riassume perfettamente
la tensione, l'ambiguità, l'elettricità della poesia campaniana. Sospesa tra
luce e buio.
Ad aiutare l'ascoltatore a entrare nella poetica di Dino Campana
sottolineandone, come hai detto tu, la frammentarietà e l'ambiguità, ma anche
una certa visionarietà, ha sicuramente contribuito l'artista Enrico Pantani con
le tavole che ha disegnato per questo tuo disco. Un contributo fondamentale
direi, non credi?
Conosco Enrico dai tempi
dell'Università e già allora ci accomunava l'amore per Campana, oltre a quelli
per gli scrittori beat. Ci siamo persi per più di dieci anni, durante i quali
lui si era nel frattempo affermato come illustratore, pittore, artista a tutto
tondo. Ho subito sentito la vicinanza tra il suo modo così crudo e disincantato
a volte eppure così lirico e profondo e la poetica di Campana. Le sue
illustrazioni per le poesie scelte per il disco allargano direi notevolmente il
respiro e lo spettro di questo progetto. Soprattutto i suoi coloro sono
profondamente Campaniani.
Diciamo che per realizzare questo disco, fortemente voluto, come si
evince anche dalle tue parole, ti sei avvalso di una bella squadra. Cominciamo
da Riccardo Tesi, che non ha bisogno di presentazioni e che credo tu non abbia
scelto solo perché toscano come te. Com’è nata questa vostra collaborazione e
quanto ha contribuito nel dare questa splendida veste musicale all'intero
lavoro?
Cover CD "Un mistero di sogni avverati - Massimiliano Larocca canta Dino Campana" |
A Riccardo iniziai a parlare di
questo progetto "incompiuto" su Dino Campana già tre anni fa,
accennandogli alla mia idea, netta e chiara da subito nella mia testa: ovvero
che questo disco dovesse essere la risultante dell'incontro alchemico / sonoro
tra il suo mondo e quello dei Sacri Cuori, che lui ancora non conosceva. Con
Tesi avevo già collaborato per "La breve estate", disco del 2008
anche se, quei suoni più acustici e cantautorali, li avevo già abbandonati da
tempo, però sapevo che da questo incontro sarebbe nato qualcosa di speciale e
di nuovo, perché avrei portato sia Tesi sia i Sacri Cuori, fuori dagli ambiti
musicali in cui solitamente agiscono. In effetti, Riccardo Tesi che si sente in
quest’album, a mio avviso, svela un suo aspetto di musicista / arrangiatore che
forse, in Banditaliana, è un po' più sacrificato. Riccardo in questo disco si è
rivelato un grande arrangiatore anche in una chiave diversa, più rock e anche
indie se vogliamo. Chi l'avrebbe mai detto? È un grande musicista, un melodista
fantastico e ha orecchio per il rock molto più di quello che la gente possa
pensare.
Riccardo Tesi però non è l'unico ospite di questo importante progetto,
sebbene abbia contribuito alle sonorità di questo disco in maniera, direi
decisiva. Cito la presenza di Nada, soprattutto perché in questo tuo lavoro la
sua voce non è stata utilizzata in veste di cantante, ma di voce recitante in
"La sera di fiera", uno dei Canti Orfici più belli, che conobbi
attraverso una magistrale interpretazione di Carmelo Bene. Perché lei e perché
proprio questo canto?
Riccardo Tesi e Massimiliano Larocca |
Aldilà dell'ammirazione
sconfinata che ho sempre avuto per Nada, il cui excursus artistico ha pochi eguali
in Italia, nell'ultimo anno è nata quest’amicizia e questa collaborazione molto
gratificante. Prima abbiamo lavorato assieme a un progetto di laboratori
musicali con ragazzi disabili, nel quale è nata "La canzone
dell'amore" scritta da noi due assieme ai ragazzi, che poi lei ha
utilizzato proprio come brano-chiave del suo nuovo disco. La sua partecipazione
al progetto Campana rientra quindi in quest’anno di lavoro a stretto contatto ma,
come dici tu, non ho utilizzato e pensato a Nada in quanto lei e in quanto
ospite, ho pensato alla sua voce, che è una sorta di entità autonoma, per
"La sera di fiera", perché è una poesia molto intima e delicata ma
anche molto crudele. C'è la solitudine dei luoghi affollati, ma ci sono anche
le stelle e la poesia della notte: chi meglio di Nada poteva restituirci queste
immagini e queste impressioni? E’ forse uno dei momenti più emozionanti del
disco. Certamente per me.
Quella di Nada non è, però la sola voce recitante presente nel disco,
c'è un altro prestigioso ospite che ha donato la sua voce e il suo accento
straniero a "Il russo", si tratta del musicista e produttore
australiano Hugo Race. Com'è nata l'idea di affidare a lui questo recitato?
L'idea degli ospiti, come detto,
non è intesa in senso tradizionale. Race, a suo modo, come Nada, è una
"voce" che porta con sé un preciso immaginario e un ampio mondo. Sono
voci interiori, quelle di Campana. Cosi le ho intese, come dialoghi tra il
poeta e la sua Musa, oppure con le sue Ossessioni. Nello specifico, Hugo di
fatto interpreta Il Russo, questa figura drammatica che Campana incontrò in una
delle sue numerose degenze psichiatriche e il suo accento straniero rende bene
la sensazione di straniamento che è propria del racconto dei Canti Orfici.
Chiuderei il discorso passando alla dimensione live. Ovviamente, credo,
non ti sarà possibile avere con te tutti questi preziosi contributi, ricordo
per altro la presenza nel disco anche di Cesare Basile oltre ovviamente ai già
citati Sacri Cuori, ma penso che queste canzoni siano così belle da poter
funzionare alla perfezione anche in dimensione "light". Con che tipo
di formazione porterai in giro questo lavoro? Hai già date imminenti da
segnalare?
Le canzoni sono strutturalmente
semplici ed essenziali, come si conviene alla poetica dei Canti Orfici, ma
intorno abbiamo costruito con Tesi e Sacri Cuori molta bella musica che
vorremmo proporre al pubblico per com’è stata concepita. Questo per dirti che
no, non è prevista una versione light, ma che presenteremo lo spettacolo solo
quando ci saranno le condizioni per farlo integralmente. Del resto la storia
"dietro" al disco come ti dicevo, è, oltre a quella di Campana e
della sua poetica, proprio l'incontro tra Tesi e Sacri Cuori, tra due mondi
sonori che mischiandosi hanno creato questo sound che è nel disco che tutti
riteniamo molto personale e originale. Non è canzone d'autore, non è folk, non è
rock o roots. È Poesia Europea Musicale Colorita, come diceva Campana. Sarebbe
un peccato non riproporla per ciò che è.
Allora, cari lettori, tutti presenti all'Unaetrentacinquecirca di
Cantù, questa domenica 8 maggio, per la presentazione del disco “Un mistero di
sogni avverati – Massimiliano Larocca canta Dino Campana”.
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