di Fabio Antonelli
Copertina CD "L'amore è dove vivo" |
Il 30 ottobre scorso, è uscito “L’amore è dove vivo”, il nuovo album di
Pilar, accompagnato anche dal video di “Eternamente” (musica di Bungaro, testo
di Pilar e Pino Romanelli), girato da EmbrioNet per la regia di Stanislao
Cantono di Ceva, in cui compare lo chef Massimiliano Mariola di Gambero Rosso
Channel. “L’amore è dove vivo” è il suo terzo disco dopo l’esordio di “Femminile singolare” e il successivo
“Sartoria italiana fuori catalogo”. In questi giorni, è uscito un nuovo video
del brano “Il Colore delle Vene” incentrato sulla tematica delle Unioni Civili,
di cui Elisabetta
Cinà e Serenella Fiasconaro sono sia interpreti sia autrici e produttrici. Da qui è partita la mia intervista.
Vorrei partire, se sei d'accordo, dall'ultima novità discografica che
ti riguarda, ossia l'uscita del nuovo video del brano "Il colore delle
vene", tratto dal tuo nuovo disco "L'amore è dove vivo" e
incentrato sulla tematica delle Unioni Civili. Com'è nata l'idea del video, che
vorrei raccontassi brevemente per chi ci legge? Credi davvero che "se
l'amore è amore oltrepassa le parole / se l'amore è amore attraversa le
paure", come canti nello splendido brano?
Con Elisabetta Cinà ed Elisabetta
Fiasconaro della Pathos Concerti, con la quale lavoro, abbiamo commentato
pressoché tutti i giorni ciò che è accaduto e che accade in Italia intorno ai
diritti civili e alla legge Cirinnà. Elisabetta e Serenella stanno insieme da sette
anni, aspettano da sempre la possibilità di poter avere il riconoscimento
legale del loro essere famiglia. E' arrivato dunque naturale l'idea di fare un
video de “Il colore delle Vene”. L'amore insieme alla curiosità rappresenta il
motore del mondo. Nessuno chiede il permesso di amare chicchessia. Due adulti
consenzienti si amano e basta. Le parole non servono proprio perché il gesto
amoroso è già oltre il ragionamento, l'amore governa con la modalità più
efficace che esista: l'esempio.
Hai ragione nel dire che le parole a volte non servono. Se io guardo la
copertina del tuo disco, vedo una donna innamorata, ma che soprattutto crede
nell'amore e ha voglia di comunicarlo al mondo attraverso le proprie canzoni, è
così?
Quella donna è innamorata della
vita perché è centrata su di sé, non per egocentrismo ma per maturità, per
consapevolezza. La grande conquista, infatti, è che essere spostati sempre sui
bisogni dell'altro non è sintomo di generosità ma d’inutile sacrificio, perché
se non si è felici con se stessi, non ci può essere un'espressione sana di
amore. La musica per me è uno strumento per liberare questa espressione.
Per esprimerlo in questo in questo nuovo album hai collaborato con due
grandi artisti, Pierre Ruiz che ne ha curata la produzione esecutiva oltre che
scrivere il testo di "En confidence" e con Bungaro, cui si deve non
solo la produzione artistica ma le musiche di quasi tutto il disco. Sei stata
tu a scegliere loro o viceversa? Com’è nata l'idea di realizzare questo
splendido disco?
Con Bungaro collaboriamo dal 2009
circa, abbiamo scritto insieme un disco che poi ho anche in parte prodotto
("Sartoria Italiana Fuori Catalogo"), c'era da un po’ nell'aria
l'idea di immaginare un nuovo progetto facendomi vestire più i panni d’interprete
che quelli di autrice e con la complicità di alcuni tra gli autori da me
preferiti, tutti artisti incredibili. Da Pacifico, a Joe Barbieri, da Mauro
Ermanno Giovanardi al genio di Sandro Luporini e poi ho firmato anch’io stessa
alcuni brani. E' un progetto molto ambizioso che, insieme alla Esordisco di
Pierre (Ruiz) si è potuto concretizzare. Ci siamo scelti a vicenda, abbiamo
molti riferimenti comuni, artistici e umani. C'era questa possibilità ed è
stata felicemente raccolta.
Pilar - Foto di Paolo Soriani - Napoli |
Tra le canzoni scritte da te, voglio citare il brano "Autoctono
italiano", che si potrebbe definire di-vino e in cui il testo elenca ben settantatre
nomi di vitigni autoctoni italiani, sfruttandone nome assonanza e, permettimi
di dirlo, una voce strepitosa. Pilar non solo brava cantautrice ma anche
esperta di enologia, varrebbe la pena di organizzare una tournée per cantine,
non credi? Come definiresti questa canzone?
Questa canzone è nata da una
chiacchierata e poi da una scommessa, quella di scrivere una canzone
celebrativa del vino che non fosse retorica e o già sentita, perché il rischio
in casi del genere è altissimo e, invece, proprio perché è nata come un
"divertissement" è esattamente questo l'effetto che produce: gioco,
leggerezza, conoscenza. Il vino è nutrimento, è storia, radice. Un tour nelle
cantine? Me lo auguro...!
"Forteresse" è una delle canzoni che amo di più, si cambia
totalmente genere, ma questa tua interpretazione di una delle due sole canzoni
presenti nel disco che non vedano la presenza di Bungaro (l'autore è Michel
Fugain), ha intensità e sensualità da vendere. Da cosa è dettata la scelta di
questo stupendo canto d'amore francese?
La scelta di Forteresse è stata
dettata semplicemente dall'amore verso la lingua francese che mi accompagna da
sempre, del resto cantare in diverse lingue, è una cosa per me naturale e che
anche grazie agli studi classici e cameristici è diventata quasi irrinunciabile.
Il brano di Michel (Fugain) mi ha colpito da subito, è semplice, diretto,
intimo ed epico al tempo stesso. E l'arrangiamento che ne ha fatto Federico
Ferrandina, devo dire, ne esalta perfettamente il sapore agrodolce.
Tra gli artisti che hanno scritto per te in questo disco, Joe Barbieri
occupa un posto particolare nel mio cuore perché credo che abbia un modo di
scrivere delicato, intimo e confidenziale unico, non so se tu sia d'accordo.
C'è invece magari qualche altro artista, oltre a quelli che già l'hanno fatto,
che desidereresti ti scrivesse una canzone?
Joe è un grande autore, quello
che scrive può essere bisturi o piuma e considero "Di Pugno tuo", la
canzone che ha scritto per me insieme a Bungaro, un piccolo miracolo. Per
quanto riguarda altri desideri di collaborazione ... sarà banale, ma posso dire
che questo disco ne ha già esauditi tre o quattro e per adesso mi prendo
l'immenso piacere di far vivere queste canzoni, nonché di ricominciare io
stessa a scriverne altre.
Pilar - Foto di Paolo Soriani |
Da questo punto di vista non ti manca proprio nulla, una voce
meravigliosa e una capacità di scrittura invidiabile. Basta ascoltare
"Occhi coltelli" per rendersene conto, lì la sensualità e la
duttilità della tua voce credo siano fondamentali. In che circostanze è nata
questa bella canzone?
Avevo portato a Tony (Bungaro)
una decina di testi, alla fine abbiamo scelto questo non solo per il vantaggio
di una metrica già assemblata ma anche per la totale assenza di sconti,
compromessi stilistici. Ci sto tutta dentro in questa canzone. Non è un caso se
poi la musica che ha scritto Tony e l'arrangiamento di Antonio Fresa hanno due
caratteristiche che amo molto: libertà e asimmetria (due concetti che spesso
coincidono anche in ambito non musicale).
Allora non ho sbagliato a citare proprio questa canzone, ho pensato
anch'io ti rappresentasse nella tua molteplicità. Di materiale per i concerti
ormai ne hai a disposizione molto, come sta andando il tour? So che il 24
aprile, ad esempio, sarai a Milano nell’importante cornice del Blue Note?
Il 24 aprile saremo al Blue Note
a Milano, il 29 a Ivrea, il 6 maggio a Caserta, il 12 a Torino e poi il 19 al
Bravo Caffè. Ho una band eccezionale, faremo tanta bella musica.
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