sabato, aprile 16, 2022

Claudia Pastorino – The Final Cut

di Fabio Antonelli

Nei giorni scorsi, curiosando nel mare di musica rappresentato dal web, faccio una visitina al sito ufficiale di Claudia Pastorino, docente a contratto all'Università degli Studi di Genova di Laboratorio di Linguaggi della Canzone, vocologa artistica, insegnante di Canto e di Cantoterapia, nonché apprezzata cantautrice, suo ultimo album pubblicato Claudia (Ed. Sugar 2015) e mi imbatto nel seguente comunicato.



“Nel 1990 ho cominciato la professione concertistica, come cantante di pianobar e come cantautrice.   Ripercorrendo la mia trentennale attività di cantautrice, ho spesso raccontato le difficoltà dei primi anni, causate dalla mia timidezza paralizzante di allora, ma soprattutto dall’ambiente cantautorale maschile e maschilista dei primi anni Novanta. Ma, come dicevo anche nel mio libro La Cura del Canto, nessuna forza contraria può spegnere una voce che vuole esprimersi cantando. E così sono stati trent’anni intensi, impegnativi, viaggianti, profondamente emozionanti, in cui ho avuto la gioia di collaborare con grandi Musicisti sia nell’ambito Popular che nell’ambito Classico. Nel 2020, a distanza di trent’anni da quegli inizi, ho sentito il bisogno di concludere le mie attività concertistiche e di dedicarmi al 100% alla didattica del Canto e della Cantoterapia. E, come scrive Barraqué - Quando ho smesso di cantare il mio canto è cominciato davvero -"

Scorrendo il tuo sito (www.claudiapastorino.it), alla ricerca di qualche data live da cogliere al volo o magari semplicemente pubblicizzare, mi sono imbattuto in questa tua lettera, in realtà pubblica nel 2020 (quindi immagino in pieno lockdown) in cui annunciavi di voler concludere l'attività concertistica, dopo trent'anni intensi e ricchi di collaborazioni, per dedicarti in maniera esclusiva alla didattica del Canto e della Cantoterapia? È proprio così? Vuol dire che non avremo più modo di ammirarti in nuove esibizioni live?

Sì, dopo trent'anni mi è proprio venuta meno la voglia di fare i concerti e così ho smesso. Ora in realtà canto come prima e più di prima, perché insegno Canto, Cantoterapia, Linguaggi della Canzone tutto il giorno e tutti i giorni della settimana e il canto è più libero e più divertito di prima, insieme ad allievi e studenti.



Il non voler più fare concerti implica anche il non scrivere e pubblicare più nuove canzoni?

Adesso sono molto concentrata nella scrittura dei libri: uno La Cura del Canto (Ed. Gribaudo 2021) l’ho pubblicato l'anno scorso e, il prossimo, dovrebbe uscire a fine anno o inizio anno prossimo. Però non si sa mai... se mi tornasse l'ispirazione di scrivere canzoni, le pubblicherei "artigianali" direttamente online…



Nell tua decisione finale, questo final cut, ha influito anche la pandemia in corso o la chiave di lettura è più da ricercarsi negli amari versi della tua Trent'anni: “E in questi panni ti faccio un po’ pena / coi miei trent'anni e la testa piena / di illusioni / che non ha senso star lì a soffrire / tanto a nessuno interessa sentire / queste canzoni"?

Un misto di entrambe le cose. Cantare, oltre a essere stata una professione bellissima, ha significato di più, è stata nello stesso tempo anche una terapia. E sono estremamente grata a chi lo ha reso possibile, venendo a un concerto o a decine di concerti. A presto ritrovarci sulle strade del Canto e della Cantoterapia.



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