Che Debora Petrina, giovane compositrice, cantautrice e pianista di Padova sia figura dotata di originalità e forte personalità s’intuisce subito sia dalla copertina di questo suo secondo lavoro discografico dove è ritratta davanti ad un grande ventilatore con i capelli di un intensissimo color rosso tiziano letteralmente sparati verso l’alto, sia dal titolo scelto, semplicemente Petrina, quasi a voler ribadire che questa sua nuova fatica la rappresenta pienamente.
In effetti, qui Petrina sembra voler continuare e
approfondire sia a livello compositivo sia di arrangiamenti quanto di buono
aveva già mostrato con il suo primo lavoro In
doma.
E’ sempre lei, infatti, il factotum dell’intero progetto, è
lei a scrivere le partiture per i fiati e gli archi, a suonare il suo amato
pianoforte, ma anche sinth e tastiere, introducendo questa volta, con maggiore
decisione, anche l’elettronica.
Questa volta però, a dire il vero, non fa proprio tutto da
sola, ma coinvolge nel progetto un nutrito gruppo di musicisti tra cui Mirko Di Cataldo che, oltre ad aver
svolto un ruolo di supporto durante tutta la produzione del disco, ha
collaborato in maniera essenziale nell’arrangiamento di alcuni brani.
Da segnalare poi tra gli ospiti, anche la presenza di John Parish e David Byrne, quest’ultimo con un piccolissimo cameo vocale in Lina,
brano che inizia con il rumore della puntina su un vecchio disco in vinile,
raccontandoci una storia d’amore vero, datato 1963 e, interrottosi per una
parentesi di dieci anni, fino al ricongiungimento dei due protagonisti.
Sempre a Byrne, si deve l’idea di far incontrare Debora con Jherek Bischoff, arrangiatore,
compositore e polistrumentista di Seattle, per la realizzazione di una versione
orchestrale di Sky-Stripes in August, che va a chiudere questo disco.
Il resto? Il resto, come d’altronde il brano appena citato,
che ci descrive lo smarrimento di lei bambina sotto le stelle cadenti di un
lontano agosto, attinge soprattutto da sue esperienze personali, quasi a
giustificare a pieno il titolo del disco. Infatti, seppure attraverso l’uso
della lingua inglese, le canzoni riportano in vita episodi del suo passato,
come ad esempio le gite in montagna con il padre in Princess o il ricordo del
suo amato cane, ucciso da un’automobile in Dog in space, uno dei brani più
belli, il tutto mescolando generi diversi dal jazz fino al rock.
Definire la sua musica è davvero impresa ardua, oscillando
continuamente tra sperimentalismo, richiami al passato, influssi jazz,
impennate rock e non solo.
Se dovessimo dire a chi somiglia Petrina, potremmo
semplicemente dire che assomiglia maledettamente a se stessa e questo sarebbe
sicuramente un gran pregio, però non possiamo nascondere che l’essere così
originale e, per altro tecnicamente perfetta, è arma a doppio taglio, sempre
dietro l’angolo è il rischio di risultare poco accessibili o peggio perdersi ad
ammirare, un po’ narcisisticamente, la propria bravura.
Vedremo come saprà evolversi in futuro.
Artista: Petrina
Titolo album: Petrina
Etichetta: ALA BIANCA Group
Distributore: WARNER
Produzione artistica: Debora Petrina
Anno di uscita: 2013
Durata totale: 50:04
Elenco tracce:
01. Little Fish from the Sky
02. The Invisible Circus
03. Princess
04. Niente dei ricci
05. Sky-Stripes in August
06. Denti
07. I fuochi d’artificio
08. Vita da cani
09. Dog in space
10. Lina
11.
Sky-Stipes in August (orchestral version)
Brani migliori:
Lina
Dog in space
Princess
Musicisti e Ospiti:
Debora Petrina:
voce, pianoforte, tastiere, synth
Mirko Di Cataldo:
chitarre, basso, charanghi
Piero Bittolo Bon:
sassofoni, basso
Alessandro Fedrigo:
basso
Gianni Bertoncini:
batteria, elettronica
Niccolò Romanin:
batteria
Nicola Manzan:
violino
Giancarlo Trimboli:
violoncello
Carlo Carcano:
elettronica
Amy Kohn:
fisarmonica
David Boato:
tromba
Riccardo Marogna:
clarinetto
Thomas Riato:
basso tuba
Arrigo Axia:
percussioni
Jherek Bischoff: orchestrazione
(11)
John Parish: lead guitar (03)
Davide Byrne: voce (10)
Lina: fischio (10), voce narrante (10)
Link:
Nessun commento:
Posta un commento