di Fabio Antonelli
25 novembre 2011, è la “Giornata
contro la violenza sulle donne”, navigando dentro Facebook mi imbatto in un
post della cantautrice salernitana Alfina Scorza in cui scrive “stamane mi ha
contattato una ragazza che studia al CPM di Milano, sta elaborando una tesi
sulle difficoltà che incontrano le donne autrici e compositrici ad emergere nel
mondo musicale... avrei tante cose da raccontare...”, colgo allora subito
l’occasione per contattarla e farmi raccontare… Leggete, ne vale la pena.
Live in Lurago d'Erba (CO) |
Partiamo dal fatto
incontrovertibile che oggi è la “Giornata contro la violenza sulle donne”.
Credi che la sua istituzione sia un buon punto di partenza o, in fondo, una
concentrazione di vuota retorica e pure a scadenza?
Credo che il fatto che se ne
parli di più sia comunque un dato positivo che aiuti a sensibilizzare le
persone e soprattutto le generazioni nuove...ci sono faccende che prima non si
argomentavano proprio perché ritenute situazioni "normali", come la
violenza psicologica che gran parte delle nostre nonne e madri hanno subito da
parte dei propri uomini...poi nel campo del lavoro gli argomenti sono vasti,
prima era normale che una donna guadagnasse meno di uomo, oggi questa cosa si
combatte...nel campo musicale invece è più comune che le donne siano relegate
al ruolo di interpreti soprattutto se hai un'immagine avvenente...oddio se
penso a Mina sicuramente è tanta roba, purtroppo però ci sono ancora molti
pregiudizi da parte degli uomini quando scrivi, componi o suoni uno strumento,
se ti vedono in un certo modo musicalmente è difficile far loro cambiare idea,
devi lottare di più, la cosa buffa che mi è capitata è che mi hanno più volte
fatto i complimenti per come interpretavo un mio brano secondo loro bello ma
dando per scontato che non l'avessi scritto io...ma comunque starei ore a
parlare...si lotta , fino a quando ad un certo punto non ce la si fa più e ti
parte in testa la frase "ok tu pensi questo di me? Ma chi se ne frega, io
vado avanti!"
Alfina Scorza |
Mi sembri molto in linea con
quanto pubblicato oggi, ad esempio, da Susanna Parigi "Parlerò finché avrò
voce: un Paese dove muore uccisa più di una donna al giorno non può dirsi Paese
civile. Qualcosa non va. Lo capiamo si che qualcosa non va? Quindi abbiate
pazienza se parlerò di questo più e più volte..." e devo dire che tu, del
ruolo della donna madre – figlia - moglie - lavoratrice – amante, ne hai
parlato direi ampiamente e con profondità nel tuo ultimo lavoro discografico “Le lettere
di Jo” o sbaglio? Non ti sembra che ne emerga una donna quotidianamente sotto
giudizio?
Assolutamente sì, in generale la problematica riguarda le donne
di tutte il mondo ma ci sono alcuni posti e in questo caso il sud Italia dove
le abitudini quotidiane che sembrano normali sono in realtà fuorvianti, ci sono
pochissime donne realizzate nel proprio lavoro, molte hanno rinunciato alla
propria carriera perché si fa fatica a barcamenarsi tra lavoro (soprattutto
quelli di grande responsabilità) e la maternità, ancora oggi in casa, la
maggior parte dei mariti non fa assolutamente nulla, non c'è collaborazione tra
uomo e donna...la responsabilità della cura della casa e dei propri figli
ricade tutta su di lei...non faccio di tutta l'erba un fascio ma ho visto e
vedo ancora cose di questo tipo e purtroppo non sono scelte libere ma veri e
propri obblighi... in "Le lettere di Jo" racconto in parte me stessa ma anche
storie di donne che ho conosciuto, le loro frustrazioni, ingabbiate in
relazioni che le annientavano, della difficoltà sul lavoro, delle loro
fragilità e della scelta più comoda di sposare il buon partito perché venivano
da situazione familiari fortemente disagiate economicamente dove l'amore quello
vero va a farsi fottere, dove la libertà va a farsi fottere... di violenze
fisiche se ne parla tutti i giorni e c'è chi è stato ed è capace di parlarne
meglio di me di questo argomento così grave, io ho preferito viaggiare
nell'introspezione di quello che è la libertà di una donna, dell'impossibilità
o difficoltà di essere sé stessa ancora oggi.
Cover di Le Lettere di Jo |
Essere sé stessa. Facendo un
bilancio della tua vita, quanto ti è riuscito di essere veramente te stessa?
Quanta fatica ti è costata la scelta di essere cantautrice, proprio in un
momento dove persino la vita dei tuoi colleghi maschi non è delle più rosee?
Non mi è costato nulla se penso a
cosa avrei potuto essere ascoltando gli altri... può darsi stia sbagliando
tutto della mia vita ma l'ho creata con la padronanza delle mie scelte e se
penso a questo, vivo tranquilla nel mio essere una persona inquieta e sempre
alla ricerca di qualcosa, lo so, è paradossale ma questa sono io. La fatica c'è
ma quale lavoro non la richiede? Se è fatto con passione però cambia tutto e
spero di potermi permettere di fare questo tutta la vita... il mio percorso non
è dei più semplici come i miei colleghi maschi, la donna ha più muri da
abbattere ma entrambi bazzichiamo in un mondo musicale che vive un periodo
delicato ma lo è già da un po', da quando i dischi non si vendono più, certo i
social aiutano ma vuoi mettere che prima si viveva vendendo la propria musica e
con i live? Spero che il vento cambi ma spero anche che la musica d'autore non
si erga troppo sul piedistallo perché questo porta all'isolamento artistico,
spero che chi scriva non perda mai il contatto con la gente, con ciò che lo
circonda , con la realtà che vive, i musicisti pretendono un ascolto più
attento ma anche noi dobbiamo ascoltare gli altri e spero che il mio modo di
approcciarmi alla musica mi porti a farmi sentire da una fetta sempre più larga
di pubblico, spero che dicano di me "ho sentito parlare molto di questa
cantante, andiamo ad un suo concerto perché ha delle cose da dire".
Alfina Scorza |
Tra i muri da abbattere per una
donna a volte ci sono però proprio quelli eretti da altre donne, se non proprio
muri, incomprensioni, in proposito vorrei tanto mi parlassi di una canzone del
tuo ultimo album che più di tutte le altre è autobiografica, mi riferisco a “Lettera”.
Credo sia importante.
L' invidia è un brutto male
quando è distruttiva, ma questo sentimento è anche dell'uomo, solo che secondo
me è più bravo a nasconderlo... i muri tra donne si ergono quando non si riesce
ad accettare la propria realtà e vorresti che tutte fossero nella tua stessa
condizione, a questo punto prima di non cadere in un baratro e toccare il fondo
sono necessarie delle doti che se ci applichiamo risultano assai vantaggiose,
quelle dell'intelligenza, del confronto costruttivo con le altre donne, della
complicità, di pensare a ciò che abbiamo di bello da dare e cercare quanto più
possibile di abbattere le nostre insicurezze... sicuramente di donne così
positive ne ho conosciuto davvero poche ma me le tengo strette. Tornando
all'album, "Lettera" è stata scritta in un momento delicato, quando
mio padre è venuto a mancare...gli equilibri tra me e mia madre si erano un po'
alterati e le incomprensioni acuite, in realtà avevamo entrambe bisogno di
elaborare il lutto... ne è venuto fuori un brano che parla di un rapporto
conflittuale madre-figlia, in cui in molte si sono riviste e il fatto che abbia
colpito nel profondo delle persone mi ha riempito di gioia... poi musicalmente
il brano è una piccola parentesi, mi allontano per un attimo dalle sonorità
etniche preferendo una melodia dolce, una melodia che sa della mia infanzia, il
tutto impreziosito dagli arrangiamenti di Pasquale Curcio... comunque la prima volta
che mia madre l'ha sentita mi ha detto: mi sono commossa però mica sono così
stronza come madre?!hihihihi!
Per concludere questa bella
chiacchierata vorrei tornare al punto di partenza, alla Giornata contro la
violenza sulle donne. Hai parlato di confronto e di complicità nei confronti di
altre donne. Ecco supponiamo che si voglia organizzare un disco per questa
occasione e ti si chieda di partecipare al progetto e di scegliere altre tre
colleghe da coinvolgere. Chi vorresti avere al tuo fianco in questo ipotetico
progetto e perché?
Bella domanda, ce ne sono diverse
che attirano la mia attenzione, sicuramente una delle mie preferite è Roberta
Giallo, istrionica e dotata di forte personalità, Flo, bravissima, lei mi è
vicina come mondo sonoro essendo campana come me anche se abbiamo vocalità
diverse, poi è una tosta e dice sempre la sua sulle problematiche legate
soprattutto alla donna con una grazia ed incisività da fare invidia ed Elisa
Rossi, una delle voci più interessanti che abbia mai sentito in vita mia e
dotata di una scrittura davvero singolare.