martedì, novembre 12, 2013

Beppe Donadio in concerto


di Fabio Antonelli

Artista
Beppe Donadio

Luogo
Teatro Dimitri - Verscio (CH)

Data
11.10.2013



Vale la pena, secondo voi, una volta arrivati a casa stanchi dopo una giornata di lavoro, anziché lasciarsi sprofondare sull’amato divano di casa, prendere l’auto percorrere quasi 90 chilometri fin oltre confine, il tutto per assistere al concerto di un cantautore che in quel preciso momento non ha un nuovo disco da presentare?

Detta così, anche se il solo non rimbambirsi davanti alla televisione sarebbe fatto in se positivo, direi però che potrebbe non valerne la pena ma, se avessi fatto secondo apparente logica, mi sarei perso uno dei concerti più emozionanti e sinceri di questi ultimi anni.

Rivediamo allora un attimo il contesto.

Il cantautore in questione è il bresciano Beppe Donadio che, reduce da “Merendine”, “Houdini” e “Figurine”, tre dischi che, come ha tenuto a sottolineare lo stesso Beppe durante il concerto “hanno venduto qualcosa meno di The dark side of the moon” (cito testualmente la battuta giusto per far capire il clima “confidenziale” della serata) è stato nuovamente invitato dal direttore artistico del Teatro Dimitri a suonare in questa bellissima struttura, situata a Verscio, tipico paesino di mezza montagna, a due passi da Locarno.

Lo spettacolo, per l’occasione, è stato intitolato “Casa Donadio” e forse mai titolo è stato più azzeccato, perché quel che è emerso durante la serata, è stato proprio il clima familiare dell’intera operazione, che non vuol dire assolutamente né approssimazione, né improvvisazione lasciata al caso, né tanto meno banalizzazione, anzi …



Ricordo che Beppe, proprio durante la serata, ha citato tra i personaggi a lui più cari di un mondo televisivo che ormai non c’è più, una coppia di artisti davvero straordinari per bravura e professionalità, mi riferisco a Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, inventori di quel magico contenitore chiamato “Casa Vianello”.

Ecco, lo spazio proposto per l’occasione da Beppe, mi ha fatto ricordare proprio quel modo di fare spettacolo, fatto d’ingredienti come sincerità, intelligenza, ironia, rispetto, capace di regalare non solo allegria ma anche forti emozioni, emozioni vere.

Già, perché durante l’intera serata, non sono mancati ad esempio momenti in cui ridere, come quando Beppe ha voluto scherzare su come una canzone possa cambiare totalmente aspetto mutandone ad esempio gli arrangiamenti ma anche solo il modo di cantarla e, vi assicuro, che la sua imitazione di Gigi D’Alessio è stata un vero spasso. Tutto questo discorso sul come “vestire” una canzone, è servito a introdurre “Fiesta”, questa volta presentata in una suntuosa e fumosa veste jazz.

Da quest’atmosfera da jazz club, che ha permesso al testo pungente della canzone, di assumere maggiore peso specifico, si è passati a un clima molto vacanziero. Arrivata, infatti, sul palco Francesca Scaroni, è stata la volta di “Ci vediamo in spiaggia” un pezzo pop che ha avuto un buon successo in radio, proprio questa estate.



Il clima estivo è però durato giusto il tempo di una stagione, perdonatemi la battuta, perché una toccante “Soldato F.” ci ha riportato alla durezza della vita, quella in cui un elemento devastante come la guerra è da sempre, purtroppo, stato presente. La canzone è dedicata a Francesco Finessi, una delle tante vittime della “sindrome dei Balcani”, ma è estendibile a ogni vittima dell’assurdità del combattere.

In una serata come questa, non poteva certo mancare l’amore. Particolarmente intensa è stata l’esecuzione di “Chips” che, “ripulita” per l’occasione, delle gag di Michele Foresta (il mago Forrest) presenti nella versione studio in “Figurine”, ha evidenziato maggiormente la delicatezza quasi struggente di quest’amore nato online e interrottosi improvvisamente per il guasto di un difettoso hard disk.

Durante lo spettacolo molti sono stati gli accenni di Beppe al proprio passato, ai propri amori musicali di gioventù, c’è stato così spazio anche per un paio di ottime cover “50 Ways to leave your love” di Paul Simon e “Idol” di Elton John, così come per la sua “Fab four blues”, omaggio agli amati Beatles.

Sempre sull’onda dei ricordi, tanti i momenti e gli aneddoti ironici della serata, da ricordare senza dubbio l’esecuzione di “Il primo uomo sulla neve”, uno dei pezzi più dolci e delicati di Beppe, cui fonte di ispirazione è la grande nevicata del 1985. Nella canzone è dipinto il paesaggio, quello delle automobili rese irriconoscibili dalle coltri di neve, la sensazione quasi di muovere i primi passi assoluti su terreni mai solcati da piedi umani, proprio come quelli della luna. Il brano, che nella versione su disco vedeva Beppe duettare con Fabio Concato, porta in sala una ventata di nostalgia, come s’intuisce anche dalle ultime parole cantate “e bianche sono le cose, anche se non sono bianche / e cambiano le cose: adesso sono grande” prima  che si chiuda la canzone e anche lo spettacolo.

C’è ancora spazio per un bis. E’ il momento di “Maestrale”, l’ambientazione è Berlino, l’anno il 1989, quello dell’abbattimento del muro, la storia quella dell’amore tra due giovani rimasto ostaggio di quel maledetto muro. E’ uno dei pezzi più cari a Beppe, si percepisce e, anche quando si riaccendono le luci, l’emozione sul volto dei presenti è ancora palpabile.

La stessa che provo quando ripenso a quella serata.

Il merito è di un artista che per delicatezza e sensibilità, meriterebbe certamente di essere protagonista, ad esempio di un palco come quello dell’Ariston.



Musicisti
Beppe Donadio: voce, pianoforte
Pietro Pizzi: batteria
Antonio Petruzzelli: basso elettrico
Simone Boffa: chitarra



Sito ufficiale di Beppe Donadio: http://www.beppedonadio.com/Home.html
Beppe Donadio su Facebook: www.facebook.com/pages/Beppe-Donadio/55087203929

Foto di Fabio Antonelli


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