lunedì, aprile 18, 2016

Pilar sempre più magnifica interprete con “L’amore è dove vivo”

di Fabio Antonelli

Copertina CD "L'amore è dove vivo"

Il 30 ottobre scorso, è uscito “L’amore è dove vivo”, il nuovo album di Pilar, accompagnato anche dal video di “Eternamente” (musica di Bungaro, testo di Pilar e Pino Romanelli), girato da EmbrioNet per la regia di Stanislao Cantono di Ceva, in cui compare lo chef Massimiliano Mariola di Gambero Rosso Channel. “L’amore è dove vivo” è il suo terzo disco dopo l’esordio di “Femminile singolare” e il successivo “Sartoria italiana fuori catalogo”. In questi giorni, è uscito un nuovo video del brano “Il Colore delle Vene” incentrato sulla tematica delle Unioni Civili, di cui Elisabetta Cinà e Serenella Fiasconaro sono sia interpreti sia autrici e produttrici. Da qui è partita la mia intervista.

Vorrei partire, se sei d'accordo, dall'ultima novità discografica che ti riguarda, ossia l'uscita del nuovo video del brano "Il colore delle vene", tratto dal tuo nuovo disco "L'amore è dove vivo" e incentrato sulla tematica delle Unioni Civili. Com'è nata l'idea del video, che vorrei raccontassi brevemente per chi ci legge? Credi davvero che "se l'amore è amore oltrepassa le parole / se l'amore è amore attraversa le paure", come canti nello splendido brano?

Con Elisabetta Cinà ed Elisabetta Fiasconaro della Pathos Concerti, con la quale lavoro, abbiamo commentato pressoché tutti i giorni ciò che è accaduto e che accade in Italia intorno ai diritti civili e alla legge Cirinnà. Elisabetta e Serenella stanno insieme da sette anni, aspettano da sempre la possibilità di poter avere il riconoscimento legale del loro essere famiglia. E' arrivato dunque naturale l'idea di fare un video de “Il colore delle Vene”. L'amore insieme alla curiosità rappresenta il motore del mondo. Nessuno chiede il permesso di amare chicchessia. Due adulti consenzienti si amano e basta. Le parole non servono proprio perché il gesto amoroso è già oltre il ragionamento, l'amore governa con la modalità più efficace che esista: l'esempio.

Hai ragione nel dire che le parole a volte non servono. Se io guardo la copertina del tuo disco, vedo una donna innamorata, ma che soprattutto crede nell'amore e ha voglia di comunicarlo al mondo attraverso le proprie canzoni, è così?

Quella donna è innamorata della vita perché è centrata su di sé, non per egocentrismo ma per maturità, per consapevolezza. La grande conquista, infatti, è che essere spostati sempre sui bisogni dell'altro non è sintomo di generosità ma d’inutile sacrificio, perché se non si è felici con se stessi, non ci può essere un'espressione sana di amore. La musica per me è uno strumento per liberare questa espressione.

Per esprimerlo in questo in questo nuovo album hai collaborato con due grandi artisti, Pierre Ruiz che ne ha curata la produzione esecutiva oltre che scrivere il testo di "En confidence" e con Bungaro, cui si deve non solo la produzione artistica ma le musiche di quasi tutto il disco. Sei stata tu a scegliere loro o viceversa? Com’è nata l'idea di realizzare questo splendido disco?

Con Bungaro collaboriamo dal 2009 circa, abbiamo scritto insieme un disco che poi ho anche in parte prodotto ("Sartoria Italiana Fuori Catalogo"), c'era da un po’ nell'aria l'idea di immaginare un nuovo progetto facendomi vestire più i panni d’interprete che quelli di autrice e con la complicità di alcuni tra gli autori da me preferiti, tutti artisti incredibili. Da Pacifico, a Joe Barbieri, da Mauro Ermanno Giovanardi al genio di Sandro Luporini e poi ho firmato anch’io stessa alcuni brani. E' un progetto molto ambizioso che, insieme alla Esordisco di Pierre (Ruiz) si è potuto concretizzare. Ci siamo scelti a vicenda, abbiamo molti riferimenti comuni, artistici e umani. C'era questa possibilità ed è stata felicemente raccolta.

Pilar - Foto di Paolo Soriani - Napoli

Tra le canzoni scritte da te, voglio citare il brano "Autoctono italiano", che si potrebbe definire di-vino e in cui il testo elenca ben settantatre nomi di vitigni autoctoni italiani, sfruttandone nome assonanza e, permettimi di dirlo, una voce strepitosa. Pilar non solo brava cantautrice ma anche esperta di enologia, varrebbe la pena di organizzare una tournée per cantine, non credi? Come definiresti questa canzone?

Questa canzone è nata da una chiacchierata e poi da una scommessa, quella di scrivere una canzone celebrativa del vino che non fosse retorica e o già sentita, perché il rischio in casi del genere è altissimo e, invece, proprio perché è nata come un "divertissement" è esattamente questo l'effetto che produce: gioco, leggerezza, conoscenza. Il vino è nutrimento, è storia, radice. Un tour nelle cantine? Me lo auguro...!

"Forteresse" è una delle canzoni che amo di più, si cambia totalmente genere, ma questa tua interpretazione di una delle due sole canzoni presenti nel disco che non vedano la presenza di Bungaro (l'autore è Michel Fugain), ha intensità e sensualità da vendere. Da cosa è dettata la scelta di questo stupendo canto d'amore francese?

La scelta di Forteresse è stata dettata semplicemente dall'amore verso la lingua francese che mi accompagna da sempre, del resto cantare in diverse lingue, è una cosa per me naturale e che anche grazie agli studi classici e cameristici è diventata quasi irrinunciabile. Il brano di Michel (Fugain) mi ha colpito da subito, è semplice, diretto, intimo ed epico al tempo stesso. E l'arrangiamento che ne ha fatto Federico Ferrandina, devo dire, ne esalta perfettamente il sapore agrodolce.

Tra gli artisti che hanno scritto per te in questo disco, Joe Barbieri occupa un posto particolare nel mio cuore perché credo che abbia un modo di scrivere delicato, intimo e confidenziale unico, non so se tu sia d'accordo. C'è invece magari qualche altro artista, oltre a quelli che già l'hanno fatto, che desidereresti ti scrivesse una canzone?

Joe è un grande autore, quello che scrive può essere bisturi o piuma e considero "Di Pugno tuo", la canzone che ha scritto per me insieme a Bungaro, un piccolo miracolo. Per quanto riguarda altri desideri di collaborazione ... sarà banale, ma posso dire che questo disco ne ha già esauditi tre o quattro e per adesso mi prendo l'immenso piacere di far vivere queste canzoni, nonché di ricominciare io stessa a scriverne altre.

Pilar - Foto di Paolo Soriani

Da questo punto di vista non ti manca proprio nulla, una voce meravigliosa e una capacità di scrittura invidiabile. Basta ascoltare "Occhi coltelli" per rendersene conto, lì la sensualità e la duttilità della tua voce credo siano fondamentali. In che circostanze è nata questa bella canzone?

Avevo portato a Tony (Bungaro) una decina di testi, alla fine abbiamo scelto questo non solo per il vantaggio di una metrica già assemblata ma anche per la totale assenza di sconti, compromessi stilistici. Ci sto tutta dentro in questa canzone. Non è un caso se poi la musica che ha scritto Tony e l'arrangiamento di Antonio Fresa hanno due caratteristiche che amo molto: libertà e asimmetria (due concetti che spesso coincidono anche in ambito non musicale).

Allora non ho sbagliato a citare proprio questa canzone, ho pensato anch'io ti rappresentasse nella tua molteplicità. Di materiale per i concerti ormai ne hai a disposizione molto, come sta andando il tour? So che il 24 aprile, ad esempio, sarai a Milano nell’importante cornice del Blue Note?

Il 24 aprile saremo al Blue Note a Milano, il 29 a Ivrea, il 6 maggio a Caserta, il 12 a Torino e poi il 19 al Bravo Caffè. Ho una band eccezionale, faremo tanta bella musica.










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