domenica, novembre 16, 2014

Intervista a Le Canzoni da Marciapiede



di Fabio Antonelli

Le Canzoni da Marciapiede sono Valentina Pira, una “cantattrice” tutta pizzi e piume e Andrea Belmonte, un pianista in canottiera e cilindro che, con la propria pittoresca roulotte teatro Edith, un caravan pieghevole francese Rapido datato fine anni '70 e personalizzato, portano nelle piazze o in tutti i luoghi che lo consentano, le loro canzoni che narrano spesso di vicende in bilico tra il poetico, l'ironico e il grottesco. Dopo il fortunato esordio con “Le Canzoni da Marciapiede al pranzo di nozze” (Red Waves Label, 2011), ben accolto dalla critica e dal pubblico, sono recentemente arrivati secondi al Premio per Cantastorie "Giovanna Daffini" grazie al brano "L'Angelo del pane", che entrerà a far parte del nuovo disco, la cui lavorazione è cominciata proprio in questi giorni. Ecco cosa mi hanno raccontato.



Il 13 novembre è partito ufficialmente, sulla piattaforma MusicRaiser, il crowdfunding per la realizzazione del vostro secondo album che s’intitolerà "Un circo di paese". Partiamo con una duplice domanda per rompere il ghiaccio, perché questa scelta e perché questo titolo al vostro nuovo progetto.

Partiamo dal titolo: a noi piace molto raccontare la quotidianità facendo uso dell'allegoria; nei tre anni passati dalla pubblicazione del primo album "Al pranzo di nozze" abbiamo scritto tante canzoni e abbiamo visto, nelle vicende degli animali e degli uomini-attrazione del circo un'ottima rappresentazione del mondo che sta fuori dal tendone. Ecco il perché del titolo ed ecco perché, all'interno del nostro "circo", non si parla solo di ciò che sta in scena, anzi, le storie di chi si esibisce al centro della pista, s’intersecano, fino quasi a confondersi, con quelle del pubblico. Raccolte le canzoni e deciso il tema, siamo stati presi da un grande entusiasmo perché abbiamo avuto da subito la sensazione di avere per le mani un'opera che ci rappresenta molto e merita di essere presentata al pubblico nella miglior veste possibile. Questo significa investire tanto tempo, energie e denaro per la sua realizzazione; insomma, uno sforzo è notevole per una piccola realtà come la nostra.
Considerato che in questi quasi quattro anni di spettacoli ininterrotti in giro abbiamo incontrato il supporto, la stima e l'amicizia di tante persone, e alla luce del successo che la "produzione dal basso" sta ottenendo nel nostro paese in questo periodo, abbiamo optato per condividere con il nostro pubblico la realizzazione del disco.
MusicRaiser è un ottimo canale per mantenere un rapporto diretto con gli ascoltatori, consentendogli di vivere passo passo con noi l'esperienza di creazione del disco e contemporaneamente dare un contributo fondamentale alla sua migliore riuscita.

Il nuovo progetto quindi un titolo già l’ha, è anche già prevista una scaletta ben precisa dei brani che andranno a comporre questo nuovo lavoro?

Abbiamo un grande numero di canzoni su cui lavorare, e già sappiamo che la scelta finale sarà difficile.

Abbiamo per ora un'idea di massima di scaletta, visto che alcuni pezzi si "sposano" bene ad altri, ma per ora non c'è nulla di definitivo.

Se non erro, un brano che ha già una sua veste definitiva esiste già e s’intitola "Un pagliaccio", di cui per altro esiste un video, rireso durante un vostro live, giusto?

"Un pagliaccio" è il pezzo che ha dato il "la" al lavoro e il video cui ti riferisci è stato girato la scorsa estate dal 
vivo a La Spezia. Vorremmo poterne fare un "vero" videoclip a disco ultimato.

Racconta la vita che sta dietro naso rosso e trucco, fatta di scelte talvolta difficili, sacrifici, rinunce ma anche di applausi e amore verso ciò che si fa; mostra quanto un uomo che insegue la propria stella possa essere disposto a votare la propria vita al fanciullino che porta dentro.

Di fatto parla anche di me e Valentina, piuttosto che di qualsiasi persona che fa del sogno la propria meta.


Un matrimonio era il protagonista nel primo disco, un circo di paese, invece, in questo secondo vostro lavoro. Entrambi possono essere considerati come due biotopi, due situazioni ben circoscritte da un punto di vista fisico, quasi come due acquari, dove il contenuto è anche una rappresentazione di tutto ciò che vi sta fuori o dico una fesseria?

La differenza, rispetto al pranzo di nozze, è che al circo paghi e scegli deliberatamente se andare, sederti in prima fila, possibile vittima di qualche clown o, più nascosto in platea ...
A parte la battuta, quello che dici è corretto: nel circo, per un paio d'ore, la vita "di fuori" si mescola a quella che sta sotto lo chapiteau anche se, in questo tipo di situazione, lo stacco tra un mondo e l'altro è, almeno in superficie, molto più netto. Sotto il tendone, l’idea di vita dell'impiegato s’incontra con quella del girovago, in una sorta d’incontro-scontro tra realtà e fantasia.

Interessante questo incontro scontro tra realtà e fantasia. A volte non vi sentite anche voi, con la vostra roulotte e i vostri costumi di scena, un po' attori di questo circo, un circo che poi è la vita stessa?
Ogni giorno!

Viviamo, a seconda che si sia in scena o nella vita "borghese", l'una e l'altra faccia del circo.
La duplicità, del resto, fa parte della vita stessa. Esemplifica questa cosa il nostro inserviente-domatore, protagonista del pezzo "Mai una cosa sola". Com’è d'abitudine nel circo, ogni membro della troupe si occupa della vita della compagnia ricoprendo più di un ruolo, da quello del montatore, all'autista, all'elettricista.
Non è inusuale che, come nel caso di questo pezzo, la maschera che a inizio serata ci ha staccato il biglietto, stia sotto i riflettori al centro della gabbia dei leoni poco più tardi.
Sotto il tendone questa è la normalità, ma per chi arriva da fuori appare come una cosa insolita.

Non siamo molto abituati a ricoprire contemporaneamente più ruoli, nel nostro mondo "esterno".
La conseguenza è un atteggiamento carico di pregiudizio nei confronti di ciò che non riusciamo a definire e categorizzare con chiarezza.


Per fortuna che si era partiti da un povero pagliaccio … qui direi che ci si stia incamminando verso un'analisi socio antropologica, bellissimo … non vorrei però che ci addentrassimo oltre tra le pieghe di questo progetto, anche per non scemare l’interesse nei suoi confronti.
Piuttosto, coloro che amano la vostra musica come possono sostenere concretamente questo progetto che, viste le premesse, si annuncia di grande spessore?

E' possibile contribuire e diventare co-produttori del disco, con tanto di citazione nel libretto (che sarà curato dall'illustratore Giuseppe "Pepe" Vitale), aderendo alla campagna di crowdfunding di MusicRaiser a questo indirizzo:



http://www.musicraiser.com/it/projects/3038-un-circo-di-paese-il-nuovo-album

Abbiamo messo a disposizione di chi vorrà contribuire una serie di pacchetti-ricompensa che vanno dalla copia autografata del cd, anticipata dai provini digitali in anteprima, alla giornata in studio con noi e altre cose pittoresche, come il pacchetto "feticista", con disponibilità limitata, che prevede l'invio del cd e della cartolina autografati avvolti nelle calze a rete usate in scena da Valentina.
In questo paio di giorni dall'apertura della campagna abbiamo visto che destano un discreto interesse!

E' anche possibile fare donazioni libere, dall'Euro in su.

Si possono prenotare i pacchetti utilizzando la carta di credito o Paypal; chi non avesse questi mezzi può mettersi in contatto con noi per concordare altre modalità.

Naturalmente anche durante gli spettacoli sarà possibile sottoscrivere la campagna o fare una donazione libera, nell'apposito cappello che portiamo sempre con noi!



A questo punto non mi resta che ringraziarvi per la disponibilità e augurarvi di poter realizzare al meglio questo vostro interessantissimo progetto.

Grazie a te per l'attenzione che ci dedichi sempre e grazie a quanti vorranno contribuire, anche solo diffondendo la nostra musica!



Pagina ufficiale di Le canzoni da Marciapiede: http://www.lecanzonidamarciapiede.it/
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Il Canale Youtube di Le Canzoni da marciapiede: http://www.youtube.com/user/canzonidamarciapiede

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