giovedì, settembre 13, 2012

Aspettando il Tenco 2012

di Fabio Antonelli





Settembre è tempo di vendemmia, si raccolgono i frutti di un’intera stagione vinicola, ma anche “Settembre è il mese del ripensamento …” cantava Guccini nella sua “Canzone dei dodici mesi” e, estrapolato da quel contesto, il verso calza a pennello con l’attività di ascolti e riascolti di dischi in vista del voto per l’assegnazione delle Targhe Tenco.

Si sa che non è mai compito facile cercare di trarre il meglio da una vasta produzione di dischi che, per quanto riguarda il Premio Tenco, copre l’arco temporale che va dal 1.8.2011 al 31.7.2012, c’è sempre il rischio di dimenticarsi di qualche ascolto meritevole.

Non mi dilungherei quindi oltre in preamboli e affronterei subito la Targa più importante quella del Migliore album dell’anno.

Targa Tenco Migliore album dell’anno

Scelta più che mai ardua direi quest’anno e non per penuria di opere meritevoli, semmai per abbondanza e questo non è certo un cattivo segno, partendo dai dischi usciti nel 2011, direi che merita ancora attenzione Vitamia il nuovo disco di Gianmaria Testa, senza dubbio meno coeso del precedente, si attesta comunque su un livello molto alto, presenta alcune chicche già entrate a buon titolo fra la sua produzione migliore.

Tra le novità più interessanti in assoluto, citerei il fresco progetto TrE che vede protagonisti in un ipotetico triangolo la brava Giua, un veterano come Armando Corsi e il loro amore per la musica, ironia, leggerezza ed eleganza sono le cifre stilistiche di questo magnifico lavoro.

Più che una conferma è Respiro il nuovo disco di Joe Barbieri, come il respiro impalpabile ma necessario, direi “vitale”, c’è poi eleganza, un amore viscerale per la musica, un tono confidenziale come non mai. Da ascoltare in intimità per apprezzarne ogni minima sfumatura.

C’è poi il ritorno del Fabularasa, il gruppo pugliese con D’amore e di marea vola alto, molto alto, nel disco ci sono autentiche perle musicali ma ho come la sensazione che il loro disco d’esordio fosse meno pensato e ripensato e, forse proprio per questo, più immediato. A differenza di altri dischi probabilmente necessita forse di più ascolti. Riascoltiamo.

Un outsider, che mi ha lasciato esterrefatto per la bellezza cristallina del suo nuovo disco Generi di conforto, è il milanese Folco Orselli, per anni accomunato a Vinicio Capossela (nel solito gioco dei rimandi tutto italiano) che questa volta si è voluto regalare un disco con tanto di orchestra e il risultato si sente. Atmosfere segnate da jazz, blues e, testi ispirati e … la sua splendida voce.

Voce? Beh allora come si fa a non citare Zibba, io dico sempre che con quella voce potrebbe cantare anche l’elenco telefonico, ma Zibba va oltre la sua voce, con quella sua scrittura densa ma capace di mirare dritta al cuore di ognuno, il suo disco Come i passi sulla neve è opera più che meritevole.

Altrettanto meritevole è il nuovo disco di Pippo Pollina intitolato Süden, certo è un disco un po’ particolare, essendo nato dalla forte amicizia che unisce Pippo a Werner Schmidbauer e Martin Kälberer, due musicisti bavaresi. Le canzoni sono quindi parte in italiano e parte in tedesco, però le difficoltà linguiste sono abbattute dalla bellezza delle melodie e dall’universalità dei valori cantati nel disco, dedicato a ogni sud del mondo.

In chiusura, ma non certo in ordine di valore, un altro disco che è più che una conferma di un ottimo artista, mi riferisco a Ennio Rega che con Arrivederci Italia ha sfornato un gran bel disco, un titolo che la dice lunga sulla sua originalissima visione del nostro tarlato mondo italico. Ironico, sarcastico, pungente, da ascoltare con attenzione.

Le donne? Tre su tutte.

Una è Fiorella Mannoia che, finalmente, con Sud (ma toh, lo stesso titolo del disco di Pollina e in fondo lo stesso tema) ha deciso di scriversi da sola le canzoni e direi con ottimi risultati, una via da continuare a percorrere con fiducia, molto bello anche dal punto di vista musicale.

Poi c’è Pilar, voce meravigliosa ma anche abile scrittrice dei propri testi (le musiche sono di Bungaro tranne una canzone musicata da Tony Canto), muovendosi tra italiano, francese e spagnolo dona pure emozioni. Sartoria italiana fuori catalogo è un disco che per il suo stile tra retrò e classicismo potrebbe varcare senza problemi i confini dell’Italia.

Come non citare poi una giovane come Micol Martinez, penso che il suo La testa dentro oltre ad essere una conferma di quanto mostrato con il suo disco d’esordio dimostri che la cantautrice milanese abbia le idee molto chiare e sappia proporre un linguaggio musicale originale e direi inconsueto nel panorama musicale italiano, provare ad ascoltare per credere.

Targa Tenco Migliore Opera prima

Quest’anno mi trovo a segnalare ben pochi dischi e mi sono chiesto se ciò sia dovuto al fatto che la messe sia stata meno abbondante degli altri anni, se ho prestato meno attenzione alle novità o se incida sempre più il fatto che le nuove proposte siano spesso poco e mal distribuite.

Passando ai nomi estrarrei dal cilindro un’autentica sorpresa, il giovane Giacomo Lariccia, romano ma emigrato a Bruxelles e che, senza soldi, è riuscito a farsi produrre da un centinaio di amici, in una sorta di microazionariato, il suo bel disco d’esordio Colpo di sole, un sapiente mix di mediterraneità, freschezza e impegno.

Un’altra novità m’è giunta dall’estremo nordest, si tratta della friulana Elsa Martin che con vERsO ha voluto “giocare” sin dal titolo che, partendo dalla parola giunge al senso della propria storia (ERO), continuando poi a mescolare ancor le proprie carte da gioco, attingendo da versi della tradizione, scrivendo testi propri sia in italiano sia in friulano, insomma un rompicapo che l’ha portata a essere inserita in questa categoria anziché in quella dialettale, ma che importa se il disco vale?

Un’altra voce femminile, piena di grazia, mi ha colpito sin dal primo ascolto, mi riferisco a Roberta Barabino e il suo Magot, un disco all’insegna della delicatezza, virtù sempre più rara ai giorni nostri. E’ un disco da ascoltare lontani dal rumore di fondo che ci circonda, allora libererà tutta la sua bellezza.

Tra le novità non posso non citare Andrea Belmonte e Valentina Pira, compagni nella vita e artisticamente con il nome di Le canzoni da marciapiede, con il loro Al pranzo di nozze hanno creato una magnifica metafora del nostro vivere oggi, opera sospesa tra cabaret e burlesque, con un po’ di Bertolt Brecht e un po’ di Édith Piaf, con tanto Andrea e Valentina. Da gustare seduti, come a un pranzo.

Non tralascerei neppure l’esordio discografico di Roberta Di Mario con il suo Tra il tempo e la distanza, ottima pianista, dotata di una voce molto interessante quasi magnetica, ha saputo creare una mistura di canzone d’autore, raffinato pop e intrigante jazz. Il disco si lascia apprezzare da subito ma non è segno di banalità, non ci credete? Ascoltatelo.

Targa Tenco Migliore Opera in dialetto

Anche questa categoria trovo sia stata piuttosto avara di produzioni o, solito discorso, non mi è giunta voce, forse è subentrata la pigrizia mia nel non andare a scovare dischi in giro per l’Italia, mah vediamo cosa ho trovato.

Italia talìa è il nuovo disco di Mario Incudine, funambolico e iper attivo musicista siciliano, è un fervido invito a guardare i mali di questa Italia, un invito al risveglio e all’impegno rivolto non solo alle coscienze di tanti giovani siciliani, ma alle coscienze di tutti gli italiani, musicalmente è spumeggiante, ricco d’influenze che vanno dal mediterraneo occidentale ai Balcani, fino al Medio Oriente. Piacevolissimo.

La mia seconda segnalazione è riservata a un altro disco cantato in siciliano (dovrò trasferirmi lì?), si tratta di C'era cu c'era a firma I Lautari, un gruppo che partendo dalla musica popolare tradizionale reinventa un proprio originalissimo mondo musicale, a tratti trascinate, a tratti commovente fino allo spasimo, i testi sono attualissimi come quelli del disco di Incudine e dietro quest’ottima produzione troviamo un nome che è una garanzia, Carmen Consoli che per altro canta in prima persona in una traccia del disco.

Targa Tenco Migliore Interprete

Solitamente qui mi trovavo spiazzato, non particolarmente amante del genere ho sempre fatto fatica a trovare i nomi da inserire nella rosa dei candidati alla Targa per interprete, invece …

Invece, mi trovo davanti ad un nugolo di ottime proposte che hanno saputo risvegliare l’attenzione spesso sopita nei confronti di chi interpreta canzoni non proprie da parte del sottoscritto.

Partirei, in ordine rigorosamente casuale, con il disco Di fame, denaro, passioni di Umberto Sangiovanni e la Daunia Orchestra dedicato ad alcuni testi immortali del cantautore e poeta pugliese Matteo Salvatore, disco raffinatissimo in cui le liriche di salvatore si stagliano su una scrittura musicale jazz di primissima qualità.



Totalmente diverso per sonorità, intrise questa volta di folk americano, per certi versi immenso, per comprenderne la portata basterebbe guardare la scaletta dei brani scelti da Massimo Priviero e il violinista Michele Gazich per il loro personalissimo omaggio a quelli che sono stati gli amori giovanili di entrambi e di tanti, ma tanti cultori del folk d’oltre oceano, il progetto s’intitola Folkrock e contiene brani di Bob Dylan, Van Morrison, Bruce Springsteen, Neil Young, ecc..
Passiamo all’universo femminile, anche qui le offerte di valore non mancano.

C’è il nuovo disco di Claudia Pastorino, registrato dal vivo durante una tournée durata quasi due anni e dedicata al maestro del tango argentino Astor Piazzolla in occasione del ventennale dalla sua scomparsa, Tango che ho visto ballare … è un sincero atto d’amore verso la poetica di quest’artista argentino, tanto che per facilitarne l’accesso all'ascoltatore, è pressoché interamente cantato in italiano, da una delle più belle voci della canzone di qualità italiana.

Altrettanto bella è la voce di Giuliana Bergamaschi, veronese, forse il nome ai più dirà poco o nulla ma è stata colei che ha dato voce a uno dei più ispirati progetti del cantautore, anch’egli veronese, Marco Ongaro, mi riferisco al suo Shakespeariana. Giuliana ha voluto questa volta prestare la sua voce e soprattutto le sue doti interpretative, a una manciata di cantautori veronesi tra i quali spiccano il nome di Massimo Bubola e ancora Ongaro. Il disco s’intitola Il cielo d'Irlanda è di Verona, come darle torto.

C’è un’altra cantante donna che è tornata all’opera ripartendo da un progetto che è uno scarto notevolissimo rispetto al suo passato dance, mi riferisco a Lu Colombo che ha voluto affrontare un grande poeta della canzone come Joaquin Sabina, il disco anche qui cantato in italiano per lo stesso motivo di quello della Pastorino, s’intitola Molto più di un buon motivo e c’è davvero molto più di un buon motivo per ascoltare la sua interpretazione.

Infine, per concludere, un gruppo. Un gruppo? Si, trattasi di I Luf originari della Valcamonica, il cui leader Dario Canossi per anni è stato accostato, a volte in maniera negativa, a Francesco Guccini (per altro suo grande amore giovanile) quasi ne avesse volontariamente plagiato la voce. Stanco di sentirsi accostare al maestrone, Dario s’è detto “perché non osare un disco in cui I Luf cantino le canzoni di Guccini?”. I Luf cantano Guccini è un gran disco che sa tanto di Guccini, ma che è altrettanto pregno delle sonorità care a I Luf. Pregevolissimo. 

mercoledì, settembre 05, 2012

Intervista a Gerardo Tarallo (Direttore Artistico) intorno al Premio Sergio Endrigo



di Fabio Antonelli

COMUNICATO 
Gli Organizzatori del Premio Sergio Endrigo 2012, preso atto delle difficoltà logistiche e organizzative conclamate da una miope e totale assenza di partners, collaboratori e/o sponsors, rendono noto con grande rammarico che l'edizione 2012 del Premio non potrà in alcun modo essere realizzata. 
Pertanto il presente comunicato annulla i precedenti e invalida il Regolamento Generale del Premio, pubblicato sul sito www.premiosergioendrigo.it 
Gli Organizzatori nel chiedere scusa di quanto sopra si augurano di poter riprendere e realizzare il progetto in futuro.

A seguito delle pesanti critiche mosse da Claudia Endrigo figlia di Sergio Endrigo e Presidente della Giuria del Premio intitolato al padre, nei confronti sia della Media Association Service (la società che ha prodotto e curato il Premio) sia del Direttore Artistico Gerardo Tarallo, ho pensato fosse giusto intervistare anche Gerardo per sentire cosa ha da replicare.                                    

Enrico Ruggeri con Gerardo Tarallo
Gerardo, partirei se sei d’accordo, dalla stessa domanda che ho posto in precedenza a Claudia Endrigo, com’è nata l’idea di realizzare la prima e per ora unica edizione del Premio Sergio Endrigo che c’è stata al Teatro Smeraldo di Milano nei giorni 3 e 4 ottobre del 2011?

L'idea del Premio Endrigo è nata a Milano tra me e Massimo Monti Presidente della Musicisti Associati Produzioni nonché Produttore della M.A.S.. Pertanto l'idea è solo e soltanto nostra! Io personalmente contattai nel marzo 2009 la Sig.ra Endrigo  e le parlai di questo nostro progetto. Le proposi di incontrarci per esporle la nostra idea e lei nel mese di settembre venne a Milano per concretizzare l'accordo. I rapporti erano cordiali al punto che mi confidò il suo grande desiderio di voler realizzare un CD con dieci brani di suo padre e io, trovando la cosa molto nobile, mi resi disponibile a realizzarlo. Era talmente entusiasta che mi mandò subito i brani che voleva interpretare ed io cominciai addirittura a  scrivere anche un paio di bozze di arrangiamenti. Poi  nel tempo le cose sono cambiat ...

Una delle prime critiche mosse dalla figlia di Sergio è però proprio legata alla scelta del Teatro Smeraldo, nell’intervista Claudia ha affermato che la scelta iniziale era in realtà un’altra e che ha appreso di questa variazione solo dalle pagine di Facebook, com’è che si è arrivati al Teatro Smeraldo (per altro un ottimo teatro?)

L'idea prima nostra era quella di realizzare l'evento al Teatro Dal Verme gestito dalla Provincia e dal Comune di Milano. Dal dicembre 2010 al marzo 2011 però restammo in balìa di politici, assessori e quant'altro che, dopo mille assicurazioni e promesse, litigando tra loro, non  riuscirono a darci la disponibilità del Teatro. A fine marzo allora optammo per il Teatro Smeraldo (tempio milanese della musica d'autore). Il Patron Gian Mario Longoni accettò subito con entusiasmo di ospitare la nostra iniziativa. Io personalmente inviai immediatamente alla Sig.ra Endrigo tutto il carteggio intercorso con i vari Assessorati per dimostrarle il perché del cambio del Teatro, ma non è bastato a spegnere la polemica.

Dalle parole di Claudia Endrigo sembrerebbe che il problema più grosso a livello organizzativo sia stato l’incomunicabilità, è vero che l’avete lasciata all’oscuro delle scelte artistiche e tecniche consegnandole, di fatto, un prodotto bello ma blindato?

Io non credo che la M.A.S. abbia confezionato un prodotto blindato: la Sig.ra Endrigo ci aveva dato mandato di realizzare l'evento e noi l'abbiamo realizzato come facciamo sempre e continueremo a fare: con le nostre forze, il nostro team affiatato e le nostre idee. La Direzione Artistica  mi  venne affidata (con ampi poteri) dal Produttore Massimo Monti ed io ho portato fino in fondo il mio lavoro, seguendo l'Orchestra e le prove, correggendo gli arrangiamenti, facendo da tramite con i concorrenti, scegliendo gli ospiti, suggerendo una tonalità anziché un'altra, riunendo per ben tre volte la Commissione d'Ascolto: tutto secondo esperienza e serietà professionale, comunicando di volta in volta alla Sig.ra Endrigo il progredire degli eventi, ricevendo però sempre risposte di malcontento (riuscì a contestare anche la scelta di Massimo Cotto come conduttore e a dare il veto su un paio di grossi nomi di ospiti). Spesso mi ha dato del megalomane ma  io nonostante il suo parere da oltre 35 anni continuo a fare il musicista.

Da spettatore posso dire di aver assistito a un doppio spettacolo di ottimo livello, già la presenza di un’orchestra di tale levatura, in un Premio legato alla canzone d’autore e destinato a giovani emergenti più che una rarità è un evento eccezionale, i concorrenti sono stati di buon livello, gli ospiti di valore e molto professionali, ricordo in proposito ancora e, con una certa emozione, l’improvvisata partecipazione del maestro Renato Sellani che, presente tra il pubblico non s’è certo tirato indietro, quando è stato invitato a salire sul palco e, ha voluto rendere un toccante omaggio a Sergio Endrigo. Tuttavia è doveroso ammettere che il pubblico delle grandi occasioni è mancato, colpa della mancanza di un ufficio stampa e dei pochi manifesti stampati e distribuiti nel capoluogo lombardo, come ha affermato la figlia di Endrigo?

Io non capisco con quali argomenti la Sig.ra Endrigo possa affermare che ci saremmo avventurati in un evento così importante senza l'appoggio di un Ufficio Stampa: chiarisco una volta per tutte che il Premio Sergio Endrigo 2011 è stato promozionato dall'Ufficio Stampa del Teatro Smeraldo, uno dei più importanti e potenti d'Italia e da Ticket One (altro colosso pubblicitario). La storia metropolitana dei 500 manifesti è una barzelletta che si è inventata, ma non fa ridere, anzi fa pensare!! D'altronde per noi parla tutta la rassegna stampa del Premio. Se infine non c'è stato l'afflusso di pubblico che lei si aspettava, l'esperienza mi insegna che un evento del genere ha bisogno di tempo per acquisire consensi e non può esplodere al primo anno di vita. Ma lei queste cose non le sa!

Sempre su Facebook, era stato creato un gruppo dedicato al Premio Sergio Endrigo del quale ora non v’è più traccia, un’altra critica di Claudia è stata quella di una scarsa democraticità all’interno di questo gruppo, pare che l’amministratore del gruppo, non so se eri tu, abbia cancellato commenti critici verso l’operato della direzione artistica del Premio, cosa c’è di vero?

La pagina “Premio Sergio Endrigo” su FB  era stata una mia idea ma non l'ho gestita direttamente. La scarsa democraticità di cui si parla è stata piuttosto una manifestazione di profondo rispetto verso l'Artista che rappresentava: i commenti non erano tali, bensì insulti e minacce da parte di quattro o cinque autori maleducati non ammessi al Premio ai quali si accodò subito la Sig.ra Endrigo (senza alcuna cognizione di causa) minacciando azioni legali contro di noi (avevamo in pratica una nemica in casa). Qualsiasi logica umana a questo punto suggeriva di cancellare quegli improperi volgari e di cattivo gusto  per preservare il nome del Premio. La pagina poi è stata cancellata lo scorso agosto perché non aveva più senso di esistere ed anche perché  la sua chiusura è stata  chiesta più volte con toni poco educati e sereni  dalla stessa Sig.ra Endrigo.

Sono state mosse critiche anche al fatto che i brani di Endrigo affidati ai concorrenti siano stati “imposti” anziché fatti scegliere tra la vasta produzione di Sergio, io non penso che la tua sia stata una scelta fatta a caso, cosa ti ha spinto a preferire questo tipo di linea?

La scelta dei brani di Endrigo da affidare ai concorrenti non è stata una lotteria, ma una scelta accurata dettata da molti fattori: in primis la popolarità dei brani, perché allo spettatore non puoi offrire 12 brani inediti accoppiati ad altrettanti brani di Endrigo poco conosciuti:  rischi di appesantire lo spettacolo ed io dovevo badare a non cadere in quell'errore. I brani sono stati comunque scelti con logica da musicista in base all'estensione vocale, alla capacità interpretativa e alla timbrica di ogni singolo concorrente. Le canzoni non sono state imposte ma affidate per aggiungere  un “esame” in più ai cantanti in concorso che, comunque hanno accettato tutti con entusiasmo il brano loro affidato.

Un’altra accusa mossa da Claudia riguarda che l’Organizzazione avrebbe dovuto realizzare un CD contenente le canzoni partecipanti inedite e del repertorio di Sergio e che, una percentuale sulle vendite, sarebbe stata devoluta alla gemellata onlus Save The Children, quanto scritto nell’Art. 16 del Regolamento è avvenuto?

Il CD del Premio Endrigo 2011 ha avuto tempi lunghi nel lavoro di post-produzione, ma sarà portato a termine e sarà pubblicato quando le esigenze di mercato ce lo permetteranno, soprattutto nel rispetto di quanto promesso a SAVE THE CHILDREN nostro partner da oltre dieci anni di tante altre manifestazioni da noi realizzate.

Chiuso il capitolo prima edizione, ufficialmente nel sito dedicato al Premio, è detto che la seconda edizione del Premio Sergio Endrigo non potrà prendere vita sostanzialmente a causa di problemi logistici, di mancanza di partners, collaboratori e sponsors, ma è tutto?

I problemi  elencati sono autentici e veri: la M.A.S. non può accollarsi ancora una volta da sola un'altra edizione senza sponsor o partners. C'è poi la delusione di aver lavorato sodo per raccogliere offese e minacce da parte di chi al contrario avrebbe dovuto essere dalla nostra parte. E' necessario sottolineare che la Si.gra Endrigo non volle presenziare la Conferenza Stampa e che il giorno precedente la prima serata dell'evento minacciò pubblicamente su FB di bloccare tramite i suoi legali le serate e tutto il nostro lavoro, lasciando ai lettori la libertà di pensare a noi come dei comuni delinquenti. Credo che tutto abbia un limite!!

Prima di congedarti vorrei porti un’ultima domanda sulla prima edizione, alla quale ho assistito da semplice spettatore, però alla fine della semifinale mi sono posto questa domanda che ora giro a te, ha un senso che Il Premio al Miglior Testo, scelto e assegnato dal M.E.I. nel corso della prima serata (semifinale) sia andato a Guido Politi con la sua canzone “Madam” ma che Guido non sia neppure approdato alla serata finale? I casi sono due o la musica di “Madam” era così scarsa da inficiare il valore complessivo della canzone stessa oppure nel lavoro svolto dalla giuria, qualcosa di opinabile ci possa essere, non credi?

Io non so perché la Giuria ha deciso in tal senso ma me ne sono ben guardato dal chiederlo per rispetto a tutti i componenti. So solo che la canzone “Madam” di Politi era a mio parere tra le più belle del concorso e meritava altro destino. Ma i giudizi sono soggettivi e io li rispetto. Concludo infine col ringraziarti per questa intervista che mi ha permesso di precisare molte cose sul Premio Sergio Endrigo 2011 e tengo a sottolineare che tutto quanto da me dichiarato è pienamente condiviso dalla Società per la quale opero: ho parlato quindi anche a nome di tutto lo staff.
Grazie ancora Fabio e buon lavoro!!



Sito ufficiale del premio: www.premiosergioendrigo.it



Gerardo Tarallo - biografia
Autore, compositore, arrangiatore, direttore d'orchestra. Allievo a Napoli del grande MARIO GANGI dal 1964 al 1970, ha studiato chitarra e armonia.  Nel 1970 è a Roma music-maker nel giro di Stelvio Cipriani, Elvio Monti e del cantautore Piero Ciampi.  Nel 1971 si trasferisce a Milano dove diventa ben presto il pupillo di musicisti del calibro di Tony De Vita, Marcello Minerbi e Pino Calvi. Nel 1972 un suo brano rappresenta l'Italia al Festival  Europeo di Lisbona e gira il mondo con ben 5 versioni. Arrangiatore e autore di molti altri brani di successo ha collaborato con svariati personaggi di rilievo. E' Direttore Artistico del Bimbofestival dal 1988. Dal 1992 al 2000 ha diretto artisticamente la Peter Pan Production, dal 2000 al 2003 è stato Direttore Artistico del Martesana Rock. E' stato inoltre consulente artistico e Autore della Durium, della Panarecord , della Start e membro della Giuria di Sanremo Giovani. Nel 2011 ha diretto artisticamente la prima edizione del Premio Sergio Endrigo. Dal 2004 è Direttore Artistico della label  milanese Musicisti Associati Produzioni.